Heart of the Alien, sequel di Another World
Non tutti sanno che Another World, oppure Out of this World se preferite, storico e immortale titolo di Eric Chahi (Delphine Software) ha avuto un sequel. Già, un sequel dal titolo Heart of the Alien, uscito solo su SEGA CD e prodotto da Virgin Interactive ed Interplay nel 1994.
Heart of the Alien inizia da dove finiva Another World …
[attenzione…SPOILER]
… con Lester, lo scienziato protagonista del primo capitolo, ormai privo di sensi che viene portato in salvo dal compagno alieno a cavallo di una belva alata.
Da qui inzia questa nuova avventura dove il protagonosta sarà proprio l’ Alieno armato della sua fida frusta.
Lo stile grafico e di gameplay rimane lo stesso di Another World ma con una veste narrativa/cinematografica più sommessa e meno emozionale. Inoltre il gioco presenta una difficoltà elevatissima.
Non che Another World fosse una passeggiata di salute ma qui si toccano punte di stress molto importanti visti anche passaggi in-game che ricordano molto un laser-game e all’interno dei quali sarà cura del giocatore riuscire ad intercettare i singoli passi da compiere in sequenza.
Non disperate però…avremo sempe un sistema di password da utilizzare per tentare, tentare e ritentare ancora.
Le cinematiche sono sempre interessanti e ben realizzate, come anche le animazioni. L’ Alieno ha movimenti più goffi rispetto all’atletico scienziato ma questo è giustificato dalla stazza dello stesso ed è forse un bene che di ciò venga tenuto conto.
Evocativo? Si ma con riserva. Diciamo che andando avanti i toni si appiattiscono e non c’è mai quell’effetto wow che caratterizza l’opera prima.
Lo stesso Eric Chahi fu coinvolto, in forma remota, nelle fasi di sviluppo del gioco ma il suo apporto non riuscì a ricreare in pieno la magia.
Riportiamo per completezza la sua dichiarazione a riguardo (fonte: Wikipedia):
«Non ho partecipato alla sua realizzazione, ho fornito uno schema, così l’azienda Interplay mi ha mandato le immagini bitmap in modo che potessi valutare la loro capacità di soddisfare lo stile grafico di Another World. Il risultato non era male. E poi c’era un buon grafico che avrebbe dovuto lavorarci… Hanno progettato i livelli sulla carta, ho approvato tutto. Il gioco non era vettoriale, per il semplice motivo che questa tecnica sembrava loro troppo laboriosa. Quando la produzione è iniziata sul serio, la squadra ha cambiato la grafica, con il risultato che sappiamo… La comunicazione era via modem e fax. Ricevevo le immagini, effettuavo correzioni per mostrare loro quello che volevo, ma alla fine continuava a mancare qualcosa. Il grosso problema è che l’animazione era francamente al di sotto di quello che mi aspettavo. Infine, quando il gioco è stato pubblicato su Mega CD è stato un flop e Heart of the Alien è rimasto nell’ombra, con mio grande sollievo.»
Al netto del pensiero di Chahi, siamo di fronte ad un buon sequel, che non stavolge e cerca di chiudere un arco narrativo in circa 30 minuti di gameplay totale ( ricordate…solo dei veri campioni riusciranno nell’ impresa all’ interno dei minuti appena dichiarati, ndr), mantenendo saldi i punti cardini di Another World e tentando, se pur con qualche passo falso, di dare un degno seguito ad un gioco che potremmo definire un monumento.
Vale la pena recuperarlo, anche solo per curiosità, e vi assicuriamo che giocare tutti e due i titoli di fila regala complessivamente una bella esperienza.
Augh!