White Hat – La nostra recensione
Se amate questo genere di giochi e perchè no, la cybersecurity, non fatevelo scappare in quanto potrà regalarvi diversi intensi momenti di gioco.
You’ ve been hacked!
Stavolta ci tuffiamo nei territori della cybersecurity e vi parliamo di White Hat, trick-taking game edito da Dragon Dawn Producions.
White Hat ( 1-6 giocatori / età 9+ / designer: Ren Multamäki & Thomas Klausner ) ci calerà nei panni di “buoni hacker”, per l’ appunto denominati White Hat.
White Hat è gioco che introduce nel genere alcune novità: quando vinci una mano la tua pedina potrà avanzare nel tabellone seguendo le frecce di movimento riportate nei vari spazi, saltando tutti gli spazi già occupati. Ogni spazio indica un valore numerico e alla fine di ogni round i giocatori sommeranno al proprio punteggio i valori degli spazi in cui risiede la propria pedina.
E qui viene il bello… a fine partita vincerà chi avrà totalizzato meno punti. Perchè? Semplice, visto che saremo degli hacker, sarà importante lasciare meno tracce possibili al nostro passaggio sulle varie componenti dell’ infrastruttura tecnologica su cui ci stiamo infiltrando.
Quindi meno punti, meno rumore, vittoria assicurata.
Tuffiamoci nella rete
Per iniziare, prima verrà scelto un lato del tabellone centrale ( doppia faccia ) per poi andare ad aggiungere moduli in modo random, costruendo così l’ infrastruttura all’ interno della quale ci andremo ad intrufolare. Ogni giocatore posiziona i propri due segnalini sugli spazi di partenza. A seguire viene mescolato il mazzo di carte seguendo le istruzioni fornite dal regolamento. Verrà poi determinato chi sarà il ” White Hat” di turno e poi verranno distribuite 10 carte a giocatore. Inizia il round la persona alla destra del White Hat.
Tutti i giocatori avranno 2 pedine e disposizione che partiranno rispettivamente dagli spazi della plancia denominati Internet Cafè e Public Server e decideranno quale muovere in caso di vittoria di una mano.
Come funziona una mano? Si possono giocare quante carte uno vuole purchè presentino lo stesso numero. Tutti quelli che seguono, in senso orario, dovranno giocare lo stesso numero di carte, oppure una soltanto. Il Jolly potrà essere giocato singolarmente ( vale 14 ) oppure concatenato ad altre carte.
Chi avrà giocato il set con il numero complessivo maggiore, dettato dal valore delle carte, vincerà la mano e potrà spostare la propria pedina sul tabellone.
In questo flusso di gioco, molto semplice, va però tenuta in considerazione la variabile “White Hat”.
Questa è una carta unica che viene sempre distribuita in ogni round e sapremo sempre chi la deterrà in quanto si tratta dell’ unica carta a doppia faccia. Come detto, può essere giocata ed avrà valenza di Jolly ma produrrà anche l’effetto di invertire la regola di vittoria di una mano, garantendola a chi avrà il punteggio più basso invece del più alto.
Il vincitore della mano prenderà quindi il cappello bianco più tutte le altre carte giocate o tante carte “non jolly” quante sono state giocate dal giocatore che ha aperto la mano di gioco.
Occhio che quando un giocatore esaurirà le carte della propria mano, il round terminerà e tutti gli altri giocatori verranno penalizzati in base a quante carte non giocate avranno in mano.
In caso di pareggio sarà il giocatore che ha giocato per ultimo ad accaparrarsi la mano.
Il muoversi su determinati spazi della plancia, oltre che produrre punteggio, potrà attivare alcuni azioni. Ad esempio atterrare su uno spazio Honeypot bloccherà la pedina per tutto il resto della partita mentre attivare un Exploit permetterà di modificare il valore dello spazio e altro ancora.
Il gioco terminerà quando uno dei giocatori raggiungerà l’ asset critico, ovvero l’ asset bersaglio di ogni giocatore. Il giocatore che riuscirà ad hackerarlo, spostandocisi sopra, oltre che siglare la fine della partita, guadagnerà un bonus di -5 al punteggio personale.
Funziona?
White Hat è sicuramente un gioco molto interessante. Il tema è sentito e ben proposto in quanto la plancia e i suoi moduli, ricreano in modo esaustivo un breach all’ interno di un sistema informatico stratificato.
La meccanica del cercare di fare meno punti possibili è quanto di più centrato ci possa essere all’ interno dell’ esperienza complessiva di gioco in quanto ricalca perfettamente il tema dell’ Hacking. Perciò un applauso va fatto ai designer che sono riusciti a contestualizzare un tema così complesso e articolato in modo eccellente, avendo cura di porre l’ accento su alcune meccaniche ben precise.
La meccanica di trick-taking ben si sposa con un approccio tattico traslato alla plancia, dove ogni movimento dovrà essere pesato, al fine del punteggio ma anche per non rimanere imbrigliati nella rete dei sistemi informatici.
I materiali sono buoni. I token e la plancia sono di un cartone bello robusto, le carte sono telate e le illustrazioni, ad opera di Scott Everts, John Lewis e Juha Salmijärvi, sono molto dettagliate e ben centrate. Piacevoli anche i token in legno, sagomati a forma di capello.
Le regole sono semplici e di facile comprensione. La board regala un alto tasso di rigiocabilità in quanto ogni partita, grazie al suo approccio modulare e la sua doppia faccia, sarà strutturata in modo differente, garantendo un’ ottima longevità al titolo.
Inoltre, sempre sul tema longevità, White Hat propone anche delle varianti al gioco base come regole ad-hoc per partite in 2 giocatori o in solitario o modalità di vittoria differenti come ad esempio la variante “Celebrity Status” dove, in base ad una specifica carta Celebrità pescata da ogni giocatore ad inizio partita, bisognerà cercare di avvicinarsi il più possibile al punteggio dichiarato sulla carta a fine partita.
Il regolamento è in Inglese e Tedesco ma il gioco è assolutamente indipendente dalla lingua. Le regole sono semplici e si familiarizza subito con i flussi di gioco. Tempi morti vicinissimi allo zero e il timing di ogni partita si attesta tra i 30 e i 45 minuti.
Se amate questo genere di giochi e perchè no, la cybersecurity, non fatevelo scappare in quanto potrà regalarvi diversi intensi momenti di gioco.
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Augh!