Caverns of Mars: Recharged – La nostra recensione
Che dire… provatelo, ve ne potreste innamorare
Altro Recharged, altra recensione
Torniamo nei territori Atari, nello specifico all’ interno della serie Recharged per parlarvi di Caverns of Mars: Recharged, ultimissimo titolo sviluppato da Adamvision Studios e SneakyBox che reimpacchetta in chiave moderna un classico Atari del 1981, per l’ appunto Caverns of Mars, un vertical scroll shooter che riprende i canoni di Scramble cambiandone però l’ orientamento da orizzontale a verticale.
Sarò stringato in quanto il modello di gioco è lo stesso dell’ originale., al netto di alcune novità assolutamente necessarie per essere targato ” Recharged”.
Giù per le caverne
Saremo impegnati in una discesa sempre più ardua all’ interno di intricate caverne piene di ostilità quali navi nemiche, mine, cannoni laser con lo scopo di raggiungere il reattore e farlo esplodere.
In soldoni… scendere sempre più in profondità, cercando di mantenere la nostra navicella tutta intera.
Cosa c’è però di nuovo in questa Recharged version? Bhe, di cosucce ce ne sono eccome. In primis la fisica della navicella che rallenterà la sua discesa, che è perpetua, ogni volta che si aprirà il fuoco.
Questa semplice aggiunta rende l’ esperienza di gameplay molto più tattica e ragionata, vista anche la complessità delle strutture delle caverne che tendono ad essere sempre molto ostiche e variegate.
A questo aggiungete power-up di vario tipo come laser, sparo multiplo, sparo direzionale e molto altro. A differenza dell’ originale i costrutti terreni potranno essere distrutti sparandoci contro, permettendo così di creare spazi di discesa più agevoli.
Ogni arma avrà il suo raggio di azione e il suo modo di interagire con l’ ambiente, rendendo così piuttosto vario l’ approccio a seconda di cosa avremo equipaggiato.
Va però tenuto conto che avremo un certo numero di munizioni a disposizione e sarà nostra cura provvedere a ricaricarle tramite delle cellule di energia sparse durante il percorso, pena il non poter più fare fuoco, il che significa distruzione certa ( nell’ originale bisognava rifornirsi di carburante, ndr ).
Inoltre tra un caverna e l’ altra potremo scegliere alcuni potenziatori che andranno ad aumentare le capacità della nostra navicella come boost ai danni, magnetismo, scudi etc etc.
A livello di opzioni potremo scegliere tra la modalità Arcade e quella a Missioni dove dovremo riuscire a portare a termine 30 sfide, sempre più ardue. E’ prevista anche una modalità coop locale che vede un giocatore guidare la navicella e l’ altro al comando delle armi.
Ancora un centro per Atari
Carverns of Mars: Recharged è l ‘ennesimo goal a porta vuota di Atari. Perchè goal a porta vuota ? Perchè è un titolo semplice, semplicissimo ma che riesce a creare dipendenza. Vi giuro, ogni volta fatico a staccarmi dal pad, tanta è la voglia di rivalsa verso quelle maledette caverne.
Il mercato videoludico è sempre più spoglio di giochi senza troppi fronzoli ma che vanno dritti al punto, senza se e senza ma; giochi dal pieno sapore arcade che riescono sempre nel loro intento, quello di divertire, impegnare e spingere il giocatore ad arrivare sempre più avanti, magari tenendo conto dell’ highscore e dei boost al punteggio inanellando colpi su colpi andati a segno.
Questo gioco è’ immediato, senza troppi fronzoli, con una grafica chiara e minimale che è semplicemente perfetta allo scopo; il tutto è poi condito da musiche electro in linea con l’ esperienza di gioco e che ricordano vagamente quei cicli sonori anni ’80/90 che sono squisitamente orecchiabili.
In Arcade Mode la costruzione delle caverne è randomica e quindi ogni discesa, a partire dal primo stage, sarà sempre differente. Discorso differente sarà per le missioni che presenteranno invece schemi fissi.
Caverns of Mars è un gioco basato sui riflessi, quindi siamo in terreni di destrezza pura, classico di ogni shooter che si rispetti, dove bisogna ragionare velocemente mentre si tiene sott’occhio l’ ambiente che scorre e che muta, stimolando non poco la nostra capacità di azione in un contesto senza alcun tempo morto.
Le varie armi influenzano il gameplay in modo pesante e rendono il tutto molto tattico e approcciare una discesa armati di laser piuttosto che di uno sparo multiplo potrebbe fare la differenza.
Che dire… provatelo, ve ne potreste innamorare.
Augh!