mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Void Slayer – La nostra recensione

Visto il prezzo contenuto potrebbe anche valere l’acquisto, nella speranza che futuri aggiornamenti possano dare quel pizzico di pepe in più

Cristalli e mostri nella totale oscurità

Lo studio di sviluppo polacco Madmind Studio è conosciuto soprattutto per aver creato due titoli, Agony e Succubus, che hanno attirato l’attenzione di molti grazie ad un’estetica brutale dell’inferno ricolmo di nudità, sangue e sessualità esplicita.

Con in cantiere altri due giochi sempre horror, per non rimanere troppo fossilizzati su un solo genere, hanno pensato di mettere insieme un piccolo team parallelo dal nome Madmind Studio: After Hours, per creare giochi più semplici che si focalizzano quasi esclusivamente su gameplay di stampo arcade.

Il primo titolo è questo Void Slayer, uno sparatutto in prima persona in arena che mi ha ricordato molto Devil Daggers ( se non conoscete quest’ultimo gioco male, molto male, perché vi siete persi per strada un titolone e vi consiglio di recuperarlo al più presto, ndr ).

void slayer meniac recensione 1

Con la solo imposizione delle mani

In Void Slayer non imbracceremo armi, ma avremo a disposizione solo due tipi di attacchi, uno per mano: un raggio laser che uscirà dalla nostra mano sinistra ed un fendente energetico per gli scontri ravvicinati in quella destra.

Ogni mano è gestita dai due pulsanti del mouse, con il tasto sinistro per il laser che può essere tenuto premuto per un raggio continuo o cliccato per scariche più brevi: in alto sullo schermo avremo due barre circolari che ci indicheranno la carica per i due attacchi così da rendere gli scontri più tattici.

Purtroppo le diverse meccaniche di gioco non sono spiegate per niente, con solo alcune scritte del tipo “Distruggi i cristalli” o ” La tua salute è l’arena” che ci verranno mostrate a schermo senza però sapere quali cristalli dovremo distruggere e come fare a ripristinare l’arena.

Lo scopo del gioco è ovviamente resistere il maggior tempo possibile alle ondate di mostri che ci verranno scaraventati addosso senza morire: la particolarità di Void Slayer è che non moriremo per i colpi ricevuti, ma il pavimento dell’arena scomparirà pezzo per pezzo ogni tot danni subiti, restringendo lo spazio dove muoverci e portandoci, infine, ad una caduta nel vuoto.

void slayer meniac recensione 3

Buona l’ idea, ma la realizzazione?

I cristalli da distruggere sono posizionati su obelischi da cui escono i vari nemici e che potremo distruggere con il laser dalla distanza o avvicinandoci con un balzo ed eseguendo un fendente: ciò permetterà di caricare una sorta di fontana della salute che, una volta attivata, ci fornirà un upgrade al nostro attacco e ripristinerà le caselle crollate dell’arena.

Devo dire che il gioco, una volta comprese queste semplici meccaniche, è abbastanza divertente e il rientro immediato dopo una sconfitta potrebbe benissimo far ricadere Void Slayer in quel gruppo da “un’altra partita e poi smetto”.

Ciò che mi ha frenato un po’ è però la realizzazione tecnica del titolo: in un genere dove è disponibile solo una modalità di gioco, e dove l’unico motivo di rigiocabilità consiste nello scalare la classifica globale migliorando il proprio punteggio, il gioco deve catturarmi davvero molto, magari con uno stile grafico accattivante o con musiche che pompano adrenalina ad ogni nota.

Invece Void Slayer è carente in entrambe le categorie, anzi, il comparto “musicale” è del tutto assente: durante le nostre partite ascolteremo solo i vari effetti dei nostri colpi o quelli dei nemici, un pò monotona come cosa non trovate?

E’ vero, anche Devil Daggers non aveva una colonna sonora degna di questo nome, ma almeno aveva uno stile particolare soprattutto quello dei mostri che ci venivano addosso ed anche qui, purtroppo, Void Slayer non sorprende e lascia un pò indifferenti.

Visto il prezzo contenuto potrebbe anche valere l’acquisto, nella speranza che futuri aggiornamenti possano dare quel pizzico di pepe in più ad un prodotto che, per come è adesso, rimane un pò insipido.


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