Assassin’s Creed: Valhalla – La nostra recensione
Se amate la serie non ve lo lasciate scappare. Se non avete mai giocato un AC iniziate da qui.
Per il volere di Odino
Assassin’s Creed, volenti o nolenti, è una serie che è molto importante nel mercato videoludico. Ha tracciato una linea di design e gameplay ben preciso fondendo storia, fantasy e meccaniche varie nel tentativo di creare un universo ludico coeso e credibile.
Durante gli anni si sono avvicendati capitoli più o meno riusciti, tenatativi d’ innovazione all’ interno della serie stessa e molte storie collegate tra di loro.
Oggi parliamo dell’ ultimo capitolo della serie Assassin’s Creed: Valhalla. Non scenderemo troppo nei dettagli tecnici anche perchè di recensioni molto accurate in tal senso ne sono uscite già abbastanza. Cercheremo quindi di portare alla vostra attenzione il nostro pensierio di videogiocatori alle prese con un titolo ambizioso e molto ben centrato.
Come s’ intende dal titolo ci troviamo alle prese con la società norrena, con i suoi miti, abitudini e contesti sociali che ci porterà a girovagare, compiendo missioni principali e secondarie tra Norvegia e Inghilterra.
In viaggio
Senza scendere troppo nel dettaglio delle storia possiamo assicurarvi che il plot generale e la narrazione sono veramente eccellenti, a partire dai primissimi minuti di gioco, che ci introducono al perchè delle nostre scorribande, fino ai titoli di coda. Si parte lenti ma passo dopo passo si scopre un mondo assolutamente affascinante, fatto di modi grezzi, brutali, muscolosi, dove nulla viene perdonato e dove tutto ha un vincolo con la propria spiritualità.
Avremo a che fare con set di missioni molto interessanti che includeranno razzie ( veri e propri assalti ), classiche missioni a puro stampo AC fino ad arrivare a mini campagne dettate dalle allenza che andremo a siglare. Un connubio che funziona e che diventa ancora più coinvolgente da alcune sessioni oniriche giocabili. Basta non vi svelerò di più su questi temi per non rovinarvi la sorpresa.
Interessante la scelta di poter creare il proprio alter-ego sia in versione femminile che maschile oppure lasciare che sia L’ Animus a decidere quando switchare genere. Ecco.. questa features è assolutamente gradita perchè non sarà tutto dettato dal caso ma ci troveremo a vestire i panni in altro genere solo in determinate situazioni che hanno un senso compiuto all’ interno dell’ arco narrativo.
Tornano matello e cappuccio da utilizzare nelle missioni da assassino. Torna la stamina ma questa volta il suo peso nell’ economia di gameplay è molto più vicina ad un Soulslike piuttosto che ai precedenti capitoli a stampo GDR.
GDR. Valhalla si distacca dai precedenti Origins e Odyssey per riabbracciare una formula più classica ma dove ogni build che andremo a costruire avrà un relale impatto sul modello di gioco.
L’ albero dei talenti è ben sviluppato e permette di specializzarsi in diversi rami, aumentando le caratteristiche del nostro PG in modo tangibile su ogni fronte. Insomma, la customizzazione è importante e ben sviluppata. Non c’è che dire.
Il mondo di gioco è vasto il giusto e propone una mappa ben organizzata dove spunteranno segreti, antri dal quale repurare oggetti molto importanti, tesori, secondarie, villaggi dove dilettarsi in diversi minigiochi ( adoro la gara di bevute, ndr ).
Anche i vari NPC, a seconda delle missioni che andremo a svolgere, aggiungeranno dettagli e storie personali molto soddisfacenti e sempre inerenti a fatti e misfatti dell’ universo di gioco.
Parlando del gameplay nudo e crudo, ci ha convinto. Nonostante ancora personalmente mi chieda come è possibile tuffarsi in un fiume nel pieno inverno norvegese e poi uscire dall’ acqua come se niente fosse senza subire danni oppure arrampicarsi su montagne gelide senza colpo ferire, stavolta le sessioni di arrampicata ed eventuale parkour, se vogliamo usare termini moderni, sono più pesanti e questo è un bene. Parliamo di personaggi corpulenti, anche se agili, e il peso delle azioni si deve sentire. Ottimo direi.
I combattimenti, se pur con una IA non del tutto eccellente, sono divertenti e ben bilanciati. Riprendono molto da Origins e Odyssey ma stavolta tutto sarà più fisico, senza interventi divini o diavolerie di sorta.
Presente anche il famiglio, nelle vesti di un corvo ma stavolta non aspettatevi possibilità d’ individuazione e targetizzazione, sarà più che altro un modo per valutare visivamente la zona in modo da pianificare il da farsi.
Detto ciò voglio andare al dunque.
Il migliore della serie?
Siamo di fronte ad uno dei migliori AC, su questo non ci piove. Un modo di gioco strabordante, ambientazione top. Cicli giorno notte che lasciano il fiato sospeso con scorci degni delle migliori cartoline a tema complice anche un ottimo sistema d’ illuminazione. E poi c’è lei, la cosa che adoro di più… l’ acqua. Ubisoft è maestra nella animazione dei liquidi e non c’è mare o oceano virtuale migliore di questo. Bellissimo.
La storia, come già ampiamente detto funziona alla grandissima e s’ intreccia in maniera egregia. Peccato ci sia qualche leggerezza grafica ( vedi volti e animazioni facciali ) ma al netto di ciò e di qualche bug, inevitabile in ogni open world che si rispetti, il gioco pad alla mano è una vera delizia.
I tasti sono ben mappati e le azioni rusltanos empre responsive grazie all’ implemetazione del “tocco leggero, tocco pesante” sui tasti dedicati all’ attacco.
L’ OST di assoluta qualità e il doppiaggio completo in italiano svolge bene il suo compito anche se qualche volta alcuni dialoghi sono fuori fase, lo ammetto.
L’ Ia è ballerina, non c’è dubbio e su questo fronte Ubisoft dovrebbe compiere sforzi maggiori.
Se amate la serie non ve lo lasciate scappare. Se non avete mai giocato un AC iniziate da qui. Lo so, suona strano consigliare di iniziare dall’ ultimo capitolo di una serie così ampia e complessa ma credetemi che non ci sarebbe modo migliore per approcciarla.
Non abbiamo parlato di FPS, benchmark, schede video e approfondimenti di questo genere ma non è lo scopo di Meniac scendere in questi dettagli.
Lo abbiamo giocato, ci siamo divertiti un sacco e volevamo dirvelo.
Augh.