domenica, Dicembre 22, 2024
BOARDGAMES

Tales of Evil – La nostra recensione

Un gioco capace di trascinarti nel suo mondo, di farti vivere una storia coinvolgendoti e lasciando ampio spazio decisionale.

Pizza e Investigazioni

Tales of Evil, ovvero Racconti di Malvagità. Già solo dal titolo di questo boardgame, creato dalla mente di Antonio Ferrara ( Escape Studios ), s’ intuisce che ci sarebbe tanto da dire.

Perchè ? Facile: un titolo del genere, molto generalista, riporta alla mente dei lettori più vecchietti cult quali Venerdì con Zio Tibia, Piccoli Brividi , la Casa e compagnia bella mentre ai più giovani non può che non trasmettere curiosità accostando due paroline magiche quali Racconti e Malvagità e vi assicuro che queste mie valutazioni non sono solo un eco di nostalgia ma certezze di design, riferendomi al gioco.

Detto ciò, veniamo a Tales of Evil.

tales of evil meniac recensione 5

La curiosità è ragazzino

Geniale. Questo è il primo aggettivo che mi viene da battere.

Parliamo di un gioco di genere horror infuso di tanta sana nerditudine a stampo anni 80. Potrei citare mille rimandi inclusi all’ interno riferiti all’ iconografia ludica, videoludica e cinematografica degli anni citati poch’ anzi ma non è mia intenzione alcuna rovinarvi l’ esperienza svelandovi alcuni camei che sono non da lacrima ma lasciatemi dire da fiume di lacrime.

Sappiate soltanto che sotto questo punto di vista è uno dei giochi che più mi ha colpito in quanto con il buon Antonio, anche se non ci conosciamo minimamente, è come se avessimo vissuto la nostra giovinezza a braccetto.

Di certo, e questo lo posso scrivere, Tales of Evil riprende quell’ immaginario di “spielberghiana scuola” dove un gruppo di ragazzi vivono avventure che li porteranno ad affrontare situazioni sempre più complesse nei risvolti e nei modi.

Come si gioca a Tales of Evil ? Cercherò di spiegarvelo a grandi linee, senza sprecare troppi caratteri.

Sarete calati nei panni di un gruppo di ragazzi, ognuno con il proprio background e le proprie motivazioni, oltre che le dovute abilità uniche, che si uniscono sotto il nome di Pizza & Investigations.

Eventi che non starò qui a narrare e porteranno questi ragazzi a confrontarsi con qualcosa di più grande di loro in un contesto piuttosto canonico per il genere ma infarcito di tante sane novità molto stuzzicanti e piacevoli.

Tenete conto che in Tales of Evil ( 1-6 giocatori / età 13+ ) si gioca cooperando. Il gruppo si muoverà all’ unisono e non aspettatevi mai esplorazioni multiple da parte dei membri della crew. Come per gli spostamenti anche il motore decisionale si attiverà all’ unisono.

Pertanto ci si muove su un tabellone di gioco che si costruisce pian pianino a seconda delle nostre scelte. In ogni zona in cui metteremo piede avremo una qualcosa da poter fare, a volte rapido a volte più complesso ma non starete mai con le mani in mano.

Il gameplay generale si divide in una sorta di dungeon-crawler-light e un librogame, condito però da tanti elementi freschi e interessanti.

Con questo ho voluto introdurre il Fusion System, sistema che spronerà i partecipanti all’ investigazione e a compiere azioni al di fuori del gioco in modo da poter portare a casa o meno il risultato della prova.

Ad esempio, utilizzando la mia fantasia e non le prove reali richieste, vi potrebbe essere chiesto di gettarvi del sale addosso al fine di riuscire nell’ impresa del momento e ognuna di queste richieste dovrà essere completata in uno specifico lasso di tempo dettato da un’ impietosa clessidra.

A questo aggiungete il poter interagire digitalmente, ma non parlo di companion app, bensì potreste trovarvi a dover inviare vere email o navigare fonti… ora ditemi se tutto questo non è una figata assurda.

Il sistema di gestione dei punti vita dei personaggi è altrettanto intelligente. Ogni PG avrà a disposizione un certo set di carte che detteranno le statistiche, carte ordinate in modo crescente dall’ 1 al 4. Ogni carta indicherà i punti salute, i punti mentali, i punti spavento, le caratteristiche del Personaggio in questione e il relativo numero di dadi base da poter lanciare per superare specifiche prove, combattimenti compresi.

Ogni qualvolta che un pg terminerà o i punti vita o i punti mentali inizierà a perdere punti spavento. Se i punti spavento termineranno allora bisognerà scartare la carta in essere e utilizzare la successiva ripristinando i valori di vita, mente e spavento a seconda di quanto dichiarato dalla nuova carta. Una volta terminate tutte le carte …. adios.

Devo dire che ciò funziona, funziona alla grande e riducendo il totale di carte iniziali si potrà variare il livello della sfida.

Poi ci sono i classici equip ( ma non classici nel loro essere, ndr ) che una volta guadagnati faranno aumentare alcune caratteristiche. Un PG in particolare potrà utilizzare un mazzo specifico chiamato Rito, incantesimi e stregonerie varie one-shot da poter lanciare in base al livello di equip specifici.

Insomma, di ” frutta fresca” da poter assaporare c’ è veramente molta. Un paio di altre meccaniche che mi sono piaciute molto e chi mi hanno fatto esclamare ” daje” sono il dover votare per prendere decisioni come ad esempio lo spostarsi in una zona invece che un’ altra e alcune risoluzioni di combattimenti che s’ improntano con l’ ausilio dei punti cardinali. Non aggiungo però altro perchè, ripeto, lascio a voi gustarvi il tutto.

Potrei dilungarmi ancora per molto ma mi voglio fermare qui.

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Brava Escape Studios

Tales of Evil era quello che mi aspettavo. Un gioco capace di trascinarti nel suo mondo, di farti vivere una storia coinvolgendoti e lasciando ampio spazio decisionale.

Il setup è piuttosto rapido. Si scelgono i PG, si prendono le carte iniziali di ognuno e ci si butta a capofitto nella storia avendo cura di aver preparato i mazzi accessori ( nel senso di necessari, ndr ) come descritto dal regolamento.

Ecco, appunto, il regolamento. Trattasi di un regolamento-non-regolamento. Al suo interno vengono spiegate le meccaniche di base ma non tutto verrà approfondito. Sarà solo giocando che molte cose verranno a galla e starà ai giocatori confezionarne il modo a seconda della situazione in cui si trovano.

Questa scelta è sicuramente particolare ma all’ inizio lascia un po’ spiazzati. E’ vero anche che Escape Studios ha ben pensato d’ imbastire una scenario a mo’ di tutorial ma ciò non basta per avere tutto chiaro.

Qualche dubbio d’ interpretazione rimane e per colmarlo l’unico modo sarà quello di rivolgersi alla community del gioco che vive bella presente su un gruppo Facebook pubblico dedicato e dove molti altri avventurieri, compreso anche l’ autore del gioco che è sempre presente e pronto a sciogliere qualsiasi nodo, sapranno dissolvere le nebbia che vi aleggia intorno.

Giusto? Non giusto? Se l’ intenzione dell’ autore era quella di far ruotare intorno al prodotto un ecosistema di giocatori pronti e reattivi ad ogni stimolo allora c’è riuscito alla grande.

E’ comunque lodevole il voler gettare subito tutti all’ interno del gioco, senza la necessità di studiarsi pagine e pagine di regole.

Veniamo alla parte narrativa, cuore pulsante dell’ esperienza. Vi ricordate che avevo parlato di librogame? Bene, Tales of Evil abbraccia a tutto tondo la struttura dei librogiochi proponendo una narrazione fatta di bivi e scelte ( oltre a piccole gemme narrative, ndr ) che vi porteranno a concludere uno dei sei capitoli di gioco oppure decreteranno il trionfo del male.

La storia, se pur leggera ma contestualmente perfetta, è ben costruita ed è un piacere leggerla e raccontarla. Non ho mai visto nessuno sbadigliare e non è cosa da poco.

Ogni paragrafo è arricchito da descrizioni, onomatopee e situazioni che vi rapiranno per tutta la durata di un capitolo, che riusciate a superarlo o meno ( in TOE si finisce male e anche spesso se non sarete molto attenti in quanto un pericolo è un pericolo e come tale andrà trattato , ndr ).

Sui materiali non ho nulla da dire. Noi abbiamo l’ edizione Kickstarter in italiano e posso assicurarvi che tutto è di buonissima qualità eccezion fatta per le miniature che hanno una livello qualitativo che si attesta nella media. Ma Tales of Evil non è un gioco a base di miniature, sia chiaro, e quindi questo mio dettaglio è assolutamente trascurabile.

Qualche piccolo refuso nel libro della storia c’è ma non mina assolutamente l’ esperienza complessiva. La grafica delle tiles e delle illustrazioni è, a mio personale gusto, stupenda.

Anche in questo caso c’è quel piglio anni 80 che rafforza ancora di più lo spirito complessivo dell’ opera. Le location poi sono stupende, ricche di dettagli che andranno valutati attentamente perchè non saranno solo scenografici ma detteranno possibili esiti o avvenimenti.

Non posso dimenticare di segnalare l’ assenza di un’ ordine di turno dei giocatori. Adoro questa tipologia di meccanica dove è il gruppo a decidere chi e come e non il classico ” senso orario “. Non ultima la possibilità di poter aggiungere altri giocatori tra un capitolo e l’ altro senza intaccare quanto fatto fino a quel momento. Figata!

Ok, mi fermo qui. Avrete capito, se siete arrivati fino a questo punto, che questa recensione non vuole essere un approfondita analisi di design, anche perchè non sarei io la persona più adatta nel farlo e lascio l’ onore ad altri colleghi molto più preparati del sottoscritto, ma è un sunto di quello che il gioco propone a livello di gioco, esperienza e concept visto dagli occhi di un giocatore.

Dunque che dire in conclusione se non consigliarvi di averlo tra la vostra collezione e giocarlo tutto d’ un fiato?

Dovrebbe essere ancora disponibile qualche copia Kickstarter Exclusive in italiano ma per questo vi rimando al sito di Escape Studios e vi consiglio di tenere d’ occhio anche Magic Merchant in vista della futura distribuzione della versione retail ad opera di Asmodee Italia.

Augh.


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