venerdì, Novembre 15, 2024
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Escape the Dark Sector – La nostra recensione

Intenso, contestualizzato, immediato, semplice e coinvolgente.

Dal castello alla stazione spaziale

Finalmente il momento è giunto. Amiamo Escape the Dark Castle ( recensione QUI ) e sinceramente non vedevamo l’ ora di toccare con mano il secondo gioco della serie Escape the Dark ad opera di Themborne.

Parto subito con il dire che Escape the Dark Sector ( 1-4 giocatori / età 14+ ) riesce nell’ impresa di confermare la bontà e l’ immediatezza del gameplay di Escape the Dark Castle introducendo piccole nuove meccaniche che rendono l’esperienza fresca e ancora più coinvolgente.

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Ma andiamo con ordine…

Escape the Dark Sector ( da ora in poi ETDS, ndr ) è un gioco che, come il precedente, fa respirare ai giocatori quell’ atmosfera tipica delle novel/film anni 80 prendendoli per mano e trasportandoli in un universo horror fatto di prove e scontri al fine di raggiungere un obiettivo comune.

Il setup è velocissimo: si preparano le carte capitolo avendo cura di posizionare in cima la carta iniziale e alla fine una carta boss tra le 5 disponibili, si sceglie un personaggio tra i sei proposti, ognuno con i propri punti caratteristica suddivisi in Forza, Abilità e Saggezza, si sceglie il proprio innesto cibernetico ( abilità unica, ndr ), si prende il dado distintivo del proprio giocatore e via, pronti a tuffarci nell’ oscurità.

Stavolta però non avremo a che fare con castelli e creature fantasy immonde e crudeli bensì ci troveremo nello spazio profondo, a bordo di una grande stazione spaziale, confinati in una zona di detenzione con lo scopo di riuscire a fuggire ritrovando la nostra navicella. Sci-Fi signori, Sci-Fi.

Ad ogni turno si gira una carta dal mazzo capitolo, si legge la descrizione narrativa e se ne risolve l’ effetto e via con la prossima, sempre che se ne esca vivi. Le carte sono principalmente di due tipi: carte prova e carte incontro.

Le carte prova ci metteranno di fronte a scelte e prove di abilità con tanto di esito differente in caso di successo o fallimento. Le carte incontro invece ci faranno combattere contro le varie mostruosità che popolano la stazione spaziale che spazieranno tra alieni, droidi, mecha e AI crudeli e senza scrupolo.

Tutto si risolve con il lancio dei dadi e attenta pianificazione delle scelte e delle azioni di gruppo. In questo gioco, come anche nel precedente, non c’è la designazione del primo giocatore. Il gruppo decide di volta in volta chi farà cosa e in che ordine, compreso chi dovrà girare la prossima carta capitolo, azione che potrebbe rivelarsi fatale in caso di effetti che coinvolgano principalmente il giocatore attivo.

Scegliere con attenzione come approcciare ogni sfida, utilizzando in maniera oculata le possibilità di cura e supporto, è fondamentale, ancora di più che in Escape the Dark Castle.

Le prove si risolveranno facendo scelte, più o meno pacifiche in alcuni casi. Spesso basterà prendere una decisione di gruppo, altre volte sarà invece necessario riuscire a confezionare un certo set di risultati con il lancio dei dadi.

I combattimenti si svolgono sempre confrontando i risultati dei propri dadi con quelli del nemico di turno: ogni avversario avrà un set di simboli predefinito che simboleggiano i punti ferita. Lanciando i dadi andremo a togliere i simboli uguali dal set del nimico di turno e una volta esauriti la minaccia sarà sventata, con tanto di ricompensa. Altrimenti se rimarrà in vita ci infliggerà danni pari a quanto riportato sulla carta, sempre che non abbiamo attive le difese ( singolarmente ).

Anche il loot è di gruppo e a combattimento terminato sarà cura dei giocatori decidere a chi designare quanti trovato ( gli oggetti si pescano da una mazzo apposito ).

Si va avanti così finchè non si esaurisce il mazzo capitoli, diviso in tre atti e nel caso tutto il gruppo sia ancora vivo la partita sarà vinta, altrimenti addio fuga. Tenete a mente che basterà che un singolo elemento della crew tiri le cuoia per decretare il fallimento.

Questo in estrema sintesi è quanto accade in ETDS. Ma veniamo alle novità…

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Formula vincente, arrichita.

Come detto in apertura ETDS introduce alcune novità. Vediamo le principali:

Inventario. ogni membro della crew avrà un inventario personale composto da un massimo di quattro oggetti. Gli equip avranno anche un ingombro e quindi alcuni oggetti, come i fucili, occuperanno due slot.

I combattimenti si divideranno tra corpo a corpo e a distanza. All’ inizio di ogni turno di combattimento, se la tipologia di nemico lo permette, il gruppo dovrà decidere se approcciare dalla distanza oppure scagliarsi furiosamente sul nemico con la forza bruta. C’è da tenere solo conto di una regola fondamentale: se si decide di combattere ranged allora si potrà poi mutare l’ approccio in melee nel turno successivo, di contro se si deciderà di approcciare melee non si potrà poi più voltare il tutto a ranged.

Il combattimento a distanza si risolverà tramite l’ ausilio di pistole al plasma, fucili, lanciagranate etc etc. Ogni arma avrà il suo set di proiettili, rappresentati da dadi dedicati.

Ogni volta che scaglieremo addosso ai nemici la nostra forza di fuoco lanceremo gli appositi dadi e conteremo i danni inflitti, sempre che ne faremo. I nemici invece lanceranno un apposito dado e nel caso di successo ci infliggeranno danni ( situazione da fuoco incrociato , ndr ).

Ogni nemico sarà più o meno sensibile ad un certo tipo di danno da arma da fuoco e quindi avere la fortuna di trovare un set di armi vario e ben distribuito potrebbe fare la differenza.

Interessante l’ inserimento di variabili come ad esempio l’ arma che s’ inceppa oppure che si sovraccarica.

Altra novità risiede nel turno cosidetto Flank ( letteralmente ” Fianco ” ). Durante il combattimento un membro della crew, e uno soltanto, potrà decidere di posizionare il suo dado personale sull’ apposita carta Flank. In questo modo non parteciperà allo scontro ma guadagnerà una posizione di vantaggio, sfruttandola al turno successivo per infliggere danni maggiori.

Questa azione ha comunque il suo rischio in quanto, quando verrà risolta, il nemico lancerà un dado, potendo infliggere un danno. Immaginate che stiate lasciando la vostra copertura per raggiungere una posizione migliore e durante lo spostamento l’ avversario vi scorga e quindi vi spari contro.

Gli oggetti tra i giocatori potranno essere scambiati anche durante un combattimento con l’ unica regola che questi debbano essere utilizzati immediatamente. Inoltre sarà possibile scartare oggetti in nostro possesso al fine di aumentare il set dei risultati durante le prove.

Alla fine di ogni atto i giocatori potranno scambiarsi gli oggetti e ricaricare le armi .

Avremo a disposizione più carte iniziali che aumenteranno l’ espressione narrativa.

In ultimo il Drone Medico, sempre rappresentato da un’ apposta carta, che potrà essere utilizzato, sempre da un solo giocatore per turno, che permetterà di ripristinare un punto vita.

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E quindi ?

Escape the Dark Sector è un gioco eccezionale. La formula vincente dello storytelling abbinata ad un gameplay veloce, coinvolgente e fortemente cooperativo rende l’ esperienza di gioco totale, senza tempi morti e con un costante filo di sana tensione.

L’ ambientazione Sci-Fi ben si adatta al modello di gioco e l’ artwork, sempre in bianco e nero con quel tratto fortemente anni 80 in pieno stile librogame/rpg, è stupendo, senza mezzi termini. Ogni icona è chiara e al posto giusto, permettendo in pochissimo tempo di prendere confidenza con il posizionamento e il significato.

La narrazione è molto immersiva, a patto che si mastichi bene l’ inglese che risulta essere piuttosto complesso e molto contestualizzato.

I materiali, che dire… i dadi sono belli pesanti, regalando soddisfazione al lancio ( e stavolta ce ne sono molti di più , ndr ). Le carte sono telate ( adoro ) e in particolare quelle capitolo, di formato tarocco, permettono di non perdere troppe diottrie e godere a pieno delle illustrazioni.

Menzione a parte va alla scheda salute di ogni personaggio. Questa è organizzata come una scheda clinica dove andremo a tracciare, con segmenti obliqui, il nostro stato di salute. Questa soluzione è a mio avviso geniale e crea un colpo d’ occhio fenomenale, aumentando ancora di più l’ immersività.

Le nuove meccaniche di gameplay sono perfette e donano al tutto la stessa sensazione che vi pervade in estate a 40° quando vi arriva un filo di aria fresca improvvisa donandovi qualche secondo di refrigerio.

Certo è che il gioco è spietato e, anche se i risultati ottenuti con i dadi possono essere mitigati dalle abilità dei personaggi, la fortuna giocherà un ruolo fondamentale a meno che non si riesca a pianificare in maniera oculata ogni azione, sempre tenendo conto che gli equip trovati saranno una delle chiavi per il successo.

Inoltre tutto dipenderà da quello che vi troverete di fronte carta dopo carta. A seconda di come comporrete il mazzo capitoli, in maniera del tutto randomica, potrete avere a che fare con una linea di sorprese più o meno bilanciata. Un male? No, assolutamente no, più che altro lo definirei longevità.

Scalabilià ? Perfetta. ETDS si gioca in maniera eccelsa sia in solitaria sia che in 2/3/4 giocatori anche se personalmente preferisco un numero massimo di 3. Tenete conto che in 4 avrete più possibilità di sopravvivenza e potreste trovarvi a risolvere il tutto in maniera piuttosto easy ( sempre che il fato sia dalla vostra parte eh, ndr ).

Che dire, non posso che ringraziare Themborne per dare vita a questi gioiellini.

Intenso, contestualizzato, immediato, semplice e coinvolgente.

Consigliatissimo a meno che non soffriate di reflusso cronico da lancio di dadi.

Potete acquistare Escape the Dark Sector direttamente dal sito del produttore ( QUI ) e se non avete mai giocato il precedente Escape the Dark Castle, edito in edizione italiana da Ghenos Games, vi consigliamo di aggiungerlo al vostro carrello su Magic Merchant.

Augh.


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