venerdì, Novembre 22, 2024
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Mortal Shell – La nostra recensione

Se non avete mai giocato un Souls in vita vostra dedicatevi a quello e inserite Mortal Shell nella vostra wishlist per quando vi salirà nuovamente la voglia di di impersonare un essere vuoto

Gusci mortali

Non nascondo che questo titolo ci ha sempre incuriosito, fin dalla beta, vuoi per la nostra propensione da consumati nerd al fatidico “trial & error”, vuoi per la voglia di toccare con mano quello che a prima vista sembrava un buon candidato al testimone lasciato da Dark Souls.

Souls, e qui avrei già detto tutto. Mortal Shell di Cold Symmetry è un clone, e non mi esulo dallo scriverlo, dei giochi made in From Software, senza se e senza ma.

Tutto rimanda al design e al concept nato dalla mente di Hidetaka Miyazaki: prendi un essere vuoto, dagli la possibilità di vestire delle spoglie, gettalo in un mondo folle e truce a stampo fantasy-medioevale dove nulla è detto e nulla ti è dato a sapere se non in forma piuttosto “fumosa”. Condisci poi con un bel giro di fallimenti, hitbox discutibili, piccoli sassi che sembrano montagne in quanto insorpassabili, nega il poter saltare, ritorna al punto in cui sei morto per riprenderti le tue cosette etc etc.

Anche la mappatura dei tasti al pad ricorda in tutto e per tutto i souls… attacco leggero, attacco pesante, schivata, corsa, roll, difesa, consumabili… tutti sono disposti negli stessi punti. Un modo per far sentire a proprio agio il videogiocatore? Mettiamola così dai…

mortal shell meniac recensione 8

Sorella Genessa

Detto ciò Mortal Shell mette in campo diverse idee interessanti. Prima su tutte la Familiarità. Già, per poter padroneggiare al meglio una certa tipologia di consumabile e capirne di riflesso l’ impiego, bisognerà utilizzare lo stesso oggetto più volte. In questo modo ne apprenderemo l’ utilizzo al fine di sfruttarlo al meglio.

Altra interessante aggiunta è il poter vestire i panni di campioni caduti ( il Soldato, lo Studioso, il Ladro e il Crociato ), se poi di campioni si possa parlare sia chiaro.

Questa meccanica è molto intrigante e ci permetterà di beneficiare di diverse tipologie di build intercambiabili a nostro piacimento, naturalmente potenziabili a scelta tramite i Tar, l’ equivalente delle anime dei souls.

Inoltre non ci sono i falò e ci mancherebbe altro altrimenti avrei disinstallato il gioco dopo nemmeno 10 minuti, e al loro posto si staglierà la figura di Sorella Genessa che ci delizierà con criptiche frasi ogni volta che l’ interpelleremo in una nuova location.

Concluderei citando un paio di meccaniche legate al combattimento: in primis la pietrificazione, abilità ricaricabile che ci permetterà di diventare pietra in modo da assorbire gli attacchi dei nemici per poi subito dopo contrattaccare.

In secundis, la possibilità di una seconda chance in combattimento, mi spiego: quando moriremo torneremo subito esseri vuoti ma avremo la possibilità di poter recuperare il nostro involucro sul campo, ricaricando al massimo i punti vita. Fallendo una seconda volta torneremo a far visita a Sorella Genessa.

Queste sono le features che più mi hanno colpito, se poi di colpire nel segno si possa parlare. Attenzione, non sto dicendo che Mortal Shell sia un prodotto da snobbare o da schifare, sia chiaro, ma purtroppo l’ ispirazione ai suddetti Dark Souls è troppo forte, talmente forte da farmi faticare nel terminare la prima run.

mortal shell meniac recensione 1

Stancante

Parliamo di circa 15 ore di gioco all’ interno di un mondo molto più lineare e molto meno interconnesso dei lavori di From Software. Anche questa scelta mina l’ esperienza complessiva che rimane sempre abbastanza piatta e non regala mai momenti di stupore e alla lunga il necessario backtraking rende tutto troppo piatto e poco stimolante.

Torno a ripetere che la vera sorpresa di tutta l’ opera è la familiarità con gli oggetti e il saper vestire a dovere i “gusci” che recupereremo al fine di sfruttare abilità attive e passive uniche ma devo anche precisare che ci sono gusci, in particolare uno, che una volta indossati vi faranno dimenticare gli altri.

Non aspettatevi nemmeno chissà quale pletora di armi. Cinque in tutto, upgradabili, da poter stappare letteralmente dalle mani di altrettanti boss che le tengono ben salde.

E in ultimo cito i boss, fiore all’ occhiello di ogni buon Souls-like degno di tale nome. In Mortal Shell i temibili nemici di fine stage non riescono mai a brillare di luce propria, denotando soprattutto un comparto di animazioni troppo povero e scontato per chi è avvezzo a giochi del genere.

Graficamente non siamo a livelli altissimi e il riciclo di asset pesa in maniera importante sul giudizio complessivo.

A conti fatti non siamo di fronte ad un piccolo capolavoro. Troppo Dark-Souliano per i miei gusti, troppo ( … e con una goccia di Sekiro per essere precisi, ndr ). Nonostante diverse idee interessanti, un level design piatto, una storia che annaspa nell’ incerto e nel nulla ( cosa che personalmente inizia a stancarmi, ndr ) e un sistema di combattimento che non aggiunge nulla di nuovo, mi hanno portato ai titoli di coda sfinito, sfinito da quel senso di deja-vu che si respira fin dalla primissima scena.

Direte voi: ma quanti cloni dei cloni del clone ci sono oggi nel mondo videoludico? Quanti platform sono stati scopiazzati a destra e a manca, per non parlare dei picchiaduro e dei tanto modaioli metroidvania e ora fai le pulci ad un clone dei Souls? Bhe, direi che non avete tutti i torti ma purtroppo in questo caso specifico i continui rimandi alla serie padre, sfacciati e mai celati, invece che deliziare il videogiocatore tendono a sfiancarlo, ve lo assicuro.

Anche un ottimo titolo come Salt & Sanctuary, giusto per citarne uno, è un chiaro rimando ai Souls ma lo fa in modo molto più elegante, con un design più accattivante e molte più opzioni intriganti che riescono a distinguerlo nel mare profondo degli Hardcore-Souls.

Mortal Shell non riesce in questo, gli manca la scintilla, gli manca la “visione” che altri hanno saputo infondere. Punto.

Se cercate comunque un titolo hardcore a tema fantasy, dove morire e ritentare sia la portante dell’ esperienza, non disdegnatelo.

Ma se non avete mai giocato un Souls in vita vostra dedicatevi a quello e inserite Mortal Shell nella vostra wishlist per quando vi salirà nuovamente la voglia di vivere le gesta di un essere vuoto.

Augh.


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