Disintegration – La nostra recensione
Forse , ma non mi sbilancio , gli amanti del genere sparatutto non ne rimarranno strabiliati, ma potrei sbagliarmi.
Il mio nome è Romer Shoal
In un weekend all’ insegna del più totale “THELASTOFUSsismo” che imperversa a destra e sinistra , siamo qui a spendere qualche impressione sul primo titolo della neonata software house V1 INTERACTIVE fondata dal creatore dell’intramontabile MASTER CHIEF (Halo) , Marcus Lehto. Quanto sotto è riferito alla versione PS4.
Appena installato Disintegration , genere sparatutto che defineremo ” ibrido” per motivi che spiegheremo piu avanti , non attende a farci rivolgere il pensiero al futurismo videoludico e, a dirla tutta, anche a pellicole come HUMANDROID e TRANSFORMERS in più di qualche modello di personaggio.
Pochi preamboli dopo il caricamento del gioco ; un menù essenziale ma non povero , un tutorial ben realizzato e veniamo infilati quasi immediatamente nei metallici panni di Romer Shoal.
Sfogliando le opzioni , sono inciampato in negozio, una sezione del menu stesso che mi ha dato l’impressione di somigliare un po troppo ai mascalzonissimi Fifa Points di EA Sports e tutto quello che ne consegue. Perdonerete , amici lettori , se ho deciso di non approfondire il negozio più di tanto…. ma presumo che il meccanismo delle rewards a seguito di pagamento avvenuto , al giorno d’oggi , sia prevedibile dalla stragrande maggioranza dei giocatori.
Ma ritorniamo a Romer Shoal , chi è costui?
Un cervello inserito dentro un corpo robotico per sopravvivere e resistere in un mondo che a seguito di epidemie e conflitti bellico/economici spera in una nuova alba.
”A da passà a nuttata…” tanto per capirci.
Le scuole di pensiero sono quindi due, l’umanità è divisa , oltre che dal proprio corpo anche nelle proprie ideologie: chi vuole ritornare ad essere totalmente umano e difende quel che ne rimane e la Rayonne del malefico Black Shuck con obiettivi diametralmente opposti.
Il succo: RESISTENZA (con noi a capo nei panni di SHOAL) vs.RAYONNE.
Graviciclo
Facendo un piccolo passo indietro al Tutorial è proprio li che faremo la conoscenza del Graviciclo, che altro non è che una motocicletta in grado di spiccare il volo.
Già dal completamento del tutorial in se , si capisce che questo è egregiamente realizzato; le funzioni del nostro graviciclo sono facilmente assimilabili dopo pochi minuti di addestramento pad alla mano. Fin dai primi apprendimenti del tutorial , scopriremo il perché della definizione sparatutto-ibrido in quanto faremo la conoscenza delle truppe al nostro servizio che agiscono da terra ed eseguono le nostre direttive che inviamo dall’alto del nostro mezzo volante.
Il risultato è un FPS che si sposa ad un RTS, tutto nello stesso momento e che si esalta con mouse e tastiera ma non perde neanche un colpo con un gamepad stretto in mano. Una lietissima ventata di freschezza nel genere.
FPS-RTS and more …
Il mix funziona che è una meraviglia , le truppe di terra rispondono ai nostri comandi aerei in maniera puntuale e precisa , sia per spostarsi che per attaccare i nemici.
Mai succederà che l’ordine di attacco impartito vada fuori bersaglio ne che l’artiglieria di terra a nostra disposizione non calpesti il percorso che gli abbiamo designato.
In modalità campagna , avremo un HUB centrale dove raccogliere le varie missioni che sostanzialmente si articoleranno in “vai dal punto A al punto B” in sella alla tua moto volante e con la tua truppa al seguito , sbaraglia le armate della RAYONNE e poi ritorna alla base.
Nel mezzo di tutto questo , un gameplay che a leggerlo cosi’ sembrerebbe monotono ( ma questo lo lascio giudicare a voi, ndr ) che è stato tuttavia infarcito di oggetti da raccogliere ed incentivi extra prestabiliti dalle missioni quali ad esempio il completamento entro un determinato lasso di tempo, un totale di uccisioni da raggiungere ed altre varianti.
Progredendo con le missioni si potra’ anche controllare un numero diverso, ed in alcuni casi maggiore, di truppe di terra, ognuna di esse caratterizzata da una peculiarità specifica molto soddisfacente in termini di resa in combattimento.
Ultima caratteristica curiosa è lo spawn da raccogliere con il nostro graviciclo nel caso che una delle nostre forze di terra venga abbattutta. Sono disponibili 30 secondi per poter rianimare il soldato caduto e farlo ricomparire sul campo di battaglia. Una sorta di minigioco nel gioco stesso se vogliamo.
Parlando di aspetto invece , nella sua veste , Disintegration offre mappe e campi di battaglia ben realizzati , sufficientemente vasti e con buonissima varietà di scenari disponibili.
Il mondo di gioco , e non potevamo aspettarci molto di diverso considerato da chi proviene l’opera , fa respirare un’aria familiare per chi ha già giocato altri titoli made in Bungie.
Lato multigiocatore invece, sono disponibili differenti modalità e truppe/crew assoldabili. Niente di rivoluzionario a mio giudizio in questa frangia ma è menzionabile un buon bilanciamento delle features delle truppe stesse.
Il bilanciamento dell’ artiglieria terrestre consente ai giocatori di fare combo tra categorie piu lente in termini di velocità ma in grado di reggere bene i colpi subiti mentre le categorie di truppe in grado di fare meno danni, diciamo di supporto, sono in grado di muoversi piu agevolmente sul campo di battaglia.
Tessute le lodi delle truppe crew di cui sopra , vi esorto pero’ a “non farci la bocca” che tradotto sta a significare ” non aspettatevi qualcosa di entusiasmante” poiché per quanto siano ben bilanciate e personalizzabili esteticamente e tatticamente , queste ultime appartengono ad un combat-system che le porta in secondo piano trasformando la battaglia online in un palcoscenico quasi del tutto esclusivo per i soli gravicicli.
Dove risiede il senso di tutto cio?
Per gli amanti del genere?
Nonostante DISINTEGRATION apporti notevoli introduzioni al genere sparatutto , grazie alla componente RTS presente nelle missioni , al termine di questa prova sul titolo non ce la sentiamo di promuovere a pieni voti il gioco.
Il titolo tutto sommato è OK , ma ci sono alcune cose che non ci convincono in pieno. Se andiamo a considerare un multigiocatore che restituisce poche emozioni, la campagna che possiede una rigiocabilità pressochè pari a zero e con poche variabili e contenuti , ne rimane un gioco con un eccellente combat system in singolo , una buona storia ed un sistema di controllo che definire user-friendly sarebbe riduttivo.
In tutta sincerità non si tratta di un prodotto insufficiente , semplicemente a questo giro , ritengo che ognuno debba fare una prova e tirarne le proprie conclusioni. Personalmente , non mi invoglia ulteriormente a passarci lunghe sessioni di gioco e al 90% lo riprenderò in mano saltuariamente ed esclusivamente in single player magari per farmi una missione ed occupare circa 40 minuti (tempo che ci vuole all’incirca a completarne una) ammettendo comunque che alcuni aspetti che ho già elencato sono effettivamente realizzati con i controfiocchi.
Forse , per i miei gusti manca appeal , mordente e mi ha un pelino infastidito inizialmente il fatto che se non avessi attivato i sottotitoli avrei dovuto proseguire attraverso i comunque brevi filmati con l’unico doppiaggio disponibile: la lingua inglese.
Forse , ma non mi sbilancio , gli amanti del genere sparatutto non ne rimarranno strabiliati, ma potrei sbagliarmi.
La parola dunque passa a voi amici lettori.