Montmartre – La nostra recensione
Bello da vedere e divertente da giocare. Un gioco leggero, intrigante al punto giusto e molto scorrevole che saprà intrattenervi per molte partite.
Parigi. Inizio del 20° secolo
Montmartre, titolo edito da Blam! e pubblicato da Lucky Duck Games, del designer Jeanne Landart, è un gioco che potrebbe essere riassunto con un solo aggettivo: elegante.
Parliamo di un filler ( 2-4 giocatori / età 8+), un card-game veloce nel setup e nell’ apprendimento, ma che al tavolo riesce a convincere grazie alle sue meccaniche di hands-management, collezione di set e draft di carte che risultano ben sviluppate e contestualizzate.
Ci troviamo a Parigi all’ inizio del 20° secolo e impersonificheremo degli artisti intenti nel produrre e vendere le proprie opere, quadri per essere precisi.
Grazie ad un regolamento veramente sintetico riuscire a giocare, e spiegare, Montmartre è veramente rapido.
Mano ai pennelli
La box contiene un mazzo di carte, alcuni token raffiguranti i franchi, uno standee in cartone che rappresenta un noto mercante d’ arte.
Il setup è veloce: si dividono i mazzi dei collezionisti e si piazzano a faccia in su, si preparano le riserve dei franchi, si piazzano le carte contratto, si mischia il mazzo muse e si distribuiscono 4 carte per giocatore. Le restanti carte muse verrano divise in 3 pile uguali e posizonate a faccia in su al centro del tavolo. Pronti.
Il flusso di gioco è semplicissimo: ad ogni turno un giocatore può giocare una carta per posizionarla scoperta sul tavolo andando così a comporre il proprio workshop, vendere opzionalmente eventuali opere dello stesso tipo esposte nel workshop al mercato guadagnando 1 franco per carta, vendere opere intere del workshop ai colezionisti guagnando così la relativa carta.
Alla fine del turno si riprenderanno eventuali carte musa giocate per riportare la mano a 4 carte. Le carte andranno pescate tutte dalla stessa pila di carte musa.
Ogni workshop potrà contenere massimo 6 carte musa, organizzate per tipologia e valore; eventuali carte in eccesso andranno vendute al mercato. Le carte musa sono divise in quattro colori, colori che riflettono quelli dei collezionisti. Ogni carta ha un proprio valore.
Per poter vendere ai collezionisti dovremo innazitutto avere un set di opere dello stesso colore del collezionista scelto, e possedere un numero maggiore di carte rispetto a quelli dei nostri avversari o un punteggio totale maggiore ( il tutto sempre riferito all’opera specifica ). Inoltre il segnalino di Ambroise Vollard ( noto gallerista francese e mercante d’ arte, ndr ) non dovrà trovarsi vicino al collezionista al quale vogliamo vendere l’ opera.
Se riusciremo a soddifare queste condizioni potremo prendere la relativa carta collezionista, scartare l’ opera venduta dal nostro workshop e posizionare il segnalino di Ambroise Vollard accanto ad una pila collezionista a nostra scelta.
Acquisendo set di collezionisti potremo guadagnare dei contratti i quali doneranno punti vittoria aggiuntivi a fine partita.
Una volta che uno dei giocatori avrà racimolato la cifra di 15 franchi o due pile collezionista saranno esaurite la partita terminerà e si conteranno i punti guadagnati dalle carte collezionista, dai contratti acquisiti e dai franchi in nostro possesso.
Eleganza e semplicità
Non posso che lodare l’ artwork di Jeanne Landart. La grafica di Montmartre è strupenda: colori pastello, linee delicate e ispirate. Forme e soggetti eleganti e perfettamente constestualizzati creano al tavolo una lineea visiva piacevolissima e rilassante. Adoro la progressione artistica delle carte musa e delle relative opere che riflettono soggetti e stili pittorici differenti di assoluto spessore.
Il gameplay è semplice ma coinvolgente. Oltre al saper gestire la propria mano, approvvigionandosi con sapienza dalle pile di carte musa, bisognerà tenere d’ occhio le mosse e i draft dei nostri avversari e posizionare in modo intelligente il Sig. Vollard in modo da ostacolare le vendite altrui.
Ogni partita si risolve in max 30 minuti con pochissimi tempi morti e una sufficiente dose d’ interazione indiretta che non guasta affatto.
C’è da dire che il gioco da il massimo da 3 giocatori in su. In due giocatori il regolamento prevede delle modifiche che vedono l’ esclusione di Vollard e diversi cavilli per poter vendere ai collezionisti e acquisire contratti. Diciamo che in due il gioco gira piuttosto bene ma avere il buon Vollard tra i piedi è un plus di cui si sente la mancanza.
In tutta sincerità abbiamo giocato Montmartre in massimo 3 giocatori e ad ogni partita ci siamo divertiti un sacco in quanto si arriva sempre ad un punto in cui per guadagnare gli ultimi contratti o le ultime carte collezionista, con i workshop popolati a dovere, si combattono serrate lotte sottili a colpi di musa su musa.
Bello da vedere e divertente da giocare. Un gioco leggero, intrigante al punto giusto e molto scorrevole che saprà intrattenervi per molte partite.
Consigliato? Si.
E se vi è venuta voglia d’ arte vi proponiamo un bel giro su Magic Merchant.
Augh.