Deliver Us The Moon – La nostra recensione

Moonchild

Giocando a Deliver us the Moon ho avuto spesso un senso di déjà-vu, con scene e situazioni che avevo rivisto da qualche altra parte ma che alla fine sono stato contento di rivivere perché sul mercato di titoli ambientati nello spazio validi ce ne sono sempre troppo pochi.

Prendendo spunto un po’ da Interstellar, per quanto riguarda la parte iniziale, e da Gravity e Moon nel resto del suo svolgimento, il titolo sviluppato da KeokeN Interactive, sbarca su console dopo una prima release su PC, portandoci sulla Luna con un solo obiettivo: salvare la Terra.

Helio-3? Il pieno grazie.

A causa del riscaldamento globale e allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, l’umanità si ritrova a vivere su un pianeta ormai morente.

Grazie però alla scoperta di un elemento presente sulla Luna, l’ Helio-3, è stato possibile rifornire la Terra di una nuova energia che ha permesso ai suoi abitanti di continuare a vivere.

Purtroppo il flusso energetico proveniente dal nostro satellite naturale si è improvvisamente interrotto: cosa sarà successo? Come mai anche la spedizione di soccorso che ci ha preceduto non è riuscita a risolvere il problema?

Come ultima speranza, dovremo salire a bordo di una sorta di Shuttle con destinazione la base lunare e da lì  ristabilire il collegamento e salvare il nostro pianeta.

Deliver us the Moon è sostanzialmente un’avventura narrativa vissuta in solitaria, dove siamo chiamati a risolvere una serie di compiti che non presentano mai una soluzione complessa, ma che alla fine risultano ben contestualizzati lungo l’intera durata del gioco (5-6 ore esplorando tutto con calma).

Certo si poteva spingere di più sulla varietà degli enigmi da risolvere e sulla struttura del gameplay un pò ripetitiva e derivativa, ma forse gli sviluppatori non se la sono sentita di rischiare troppo in questo loro primo gioco. 

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Se nella maggior parte del tempo vedremo il nostro astronauta in terza persona, ci imbatteremo anche in momenti zero-G in prima persona che mi hanno ricordato un altro titolo spaziale, Adr1ft, in cui dovremo sopravvivere al consumo di ossigeno raccogliendo varie bombole disseminate un pò ovunque prima dello scadere di un timer. Questi momenti infondono sempre quella giusta scarica di adrenalina e regalano attimi ricchi di tensione.

Giunti sulla base lunare, riusciremo a mettere le mani su un robottino chiamato ASE che potremo comandare ed usare per superare alcuni puzzle ambientali grazie alla sua capacità di infilarsi in tubi d’ areazione e sbloccare certi meccanismi.

Tutto questo si va ad incastrare con il resto della storia, raccontata attraverso ologrammi da riprodurre e documenti da trovare e leggere che completano, in definitiva, un buon comparto narrativo.

The dark side   

Per quanto riguarda il lato tecnico, Deliver us the Moon su console è abbastanza buono ma con qualche magagna: ho gradito la presenza del selettore che permette di avere un frame rate più alto a discapito della risoluzione, ma il titolo non ce la fa a rimanere fluido in parecchi frangenti e questo un pò mi sorprende visto che l’ Unreal Engine 4 non viene sicuramente sfruttato al massimo delle sue possibilità.

Buoni alcuni scorci lunari, ma guardando meglio si nota una certa mancanza di dettagli e una semplicità nei modelli soprattutto per quanto riguarda le animazioni del nostro astronauta che rendono alcune fasi “platform” davvero frustranti.

Buono il comparto sonoro con musiche più che ispirate a quelle zimmeriane del film di Nolan e il doppiaggio in inglese, con sottotitoli in italiano sempre puntuali e privi di errori.

Ecco, proprio se siete amanti di quel filone di film sci-fi ambientati nello spazio, per così dire più “realistici”, senza razze aliene o pistole laser, allora Deliver us the Moon potrà sicuramente piacervi e restituirvi un pò di quelle atmosfere, cariche di solitudine e silenzio, risultando in definitiva un buon titolo a cui giocare.

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