Disaster Report 4: Summer Memories – La nostra recensione
Non mi sento di consigliare questo gioco a meno che non siate interessati nel provare un titolo che cerca di simulare una catastrofe incentrandosi molto sul lato umano piuttosto che sull ‘azione.
Magnitudo 9
Il tema di Disaster Report 4: Summer Memories è intrigante: nei panni di un sopravvissuto ad un forte terremoto in una città giapponese, dovremo districarci tra scelte morali, richieste di aiuto e bisogni personali.
Purtroppo però, tolto l’ aspetto puramente constestuale e narrativo, il disastro si estende anche a livello di gameplay. Veniamo quindi al dunque…
Il concept c’è. La realizzazione meno
Il titolo di Granzella, edito in Occidente da Nis America, ci catapulterà all’ interno di uno scenario quasi apocalittico. Dopo una fortissima scossa di terremoto ci troveremo a dover affrontare uno scenario catastrofico, condito da persone nel panico, altre che necessitano di aiuto fisico e psicologico e continue scosse di assestamento dall’ esito disastroso, e punitivo oserei dire.
Il core del gioco si basa sull’ esplorazione di aree ben definite, cercando di soddisfare i bisogni degli altri sopravvissuti.
Si parla, si parla e si parla ancora cercando missioni di soccorso da portare a termine. E qui la prima nota dolente: avremo a disposizione una mappa dell’ area con degli indicatori delle persone a cui dobbiamo dare soccorso, una volta individuate, ma non avremo una lista degli incarichi di cui ci saremo presi carico.
Il gioco non ci guida affatto, starà a noi capire cosa fare e come in un contesto che attiverà eventi dall’ esito importante, ad esempio interi grattacieli che ci cadranno rovinosamente addosso.
Non c’è mai un indicatore di pericolo quindi riuscire a sfuggire a questi eventi, che sembrano attivarsi randomicamente bensì hanno una logica di attivazione ben precisa, sarà spesso impossibile almeno per le prime attivazioni.
Inoltre il movimento del nostro personaggio, e l’ interazione con i vari NPC, è veramente qualcosa di frustrante. Camminare da sui nervi perchè troppo lento e composto. Pertanto vi troverete a tenere premuto continuamente il tasto adibito alla corsa.
Aggiungo che se durante le vostre corse individuerete un personaggio interessante con il quale parlare, ma lo sfiorerete soltanto, si attiverà un’ animazione che non vi permetterà di parlarci per qualche secondo. Se sulle prime questo modello potrebbe risultare poco impattante sappiate che alla lunga vi verrà voglia di entrare nel gioco e strattonare l’ NPC di turno urlandogli ” mi vuoi ascoltare? “, ve lo assicuro.
Graficamente siamo su livelli medi. Alcuni scorci sono lodevoli ma spesso gli asset si ripetono e gli ambienti interni sono ridotti all’ osso, creando una sensazione di vuoto che poco invoglia all’ esplorazione, che ribadisco essere il fulcro del titolo. Giochi di luci quasi inesistenti, texture di basso livello e “poligoni” spesso approssimativi non aiutano di certo l’ esperienza complessiva.
E poi tutto è lento, molto lento e se non avete abbastanza pazienza vi troverete a disinstallare il gioco dopo nemmeno due ore.
Intreccio di vite
Al netto di ciò va detto che Disaster Report 4: Summer Memories ha anche un pregio enorme, quello di calare il giocatore all’ interno di un contesto che se pur abbastanza esagerato, cerca di ricreare una situazione di pericolo estremo, dove abbandonarsi non solo all’ esplorazione fisica delle zone ma anche a quella umana, scavando nella psiche delle persone, ascoltando storie personali a volte struggenti, dando conforto ad anime scoraggiate e disperate e aiutando gli altri a superare un momento difficile.
Molte le storie e le vicende estemporanee che vi troverete davanti come venditori che si approffittano, sciacalli, delinquenti, anime inquiete, persone irresponsabili e altre che vedono nel cataclisma una sorta di punizione personale.
I dialoghi, e le scelte correlate, sono moltissimi anche se va detto che non cambieranno in modo radicale la storyline bensì serviranno a plasmare il prorpio io, come se si tentasse di scrivere la propria storia, il proprio ricordo personale legato alla vicenda.
Sinceramente mi aspettavo di più da questo gioco. La realizzazione tecnica mina in maniera importante l’ esperienza di gioco, rendendolo a tratti frustrante e poco coinvolgente, pad alla mano intendo.
C’è però da dire che il comparto narrativo non è niente male e, anche se non riesce a bilanciare l’ equilibrio complessivo, non è da sottovalutare. Tenete a mente che il gioco è in inglese e quindi una buona conoscenza della lingua vi permetterà di immergervi maggiormente.
Non mi sento di consigliare questo gioco a meno che non siate interessati nel provare un titolo che cerca di simulare una catastrofe incentrandosi molto sul lato umano piuttosto che sull ‘azione.
Augh.