giovedì, Novembre 21, 2024
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Don’t Die Minerva – La nostra recensione

un titolo semplice (ma non facile!) che magari può essere sfruttato per il suo stile come battesimo al genere roguelite per i più giovani

Minerva non deve morire

La piccola Minerva ha solo 11 anni e, per sua sfortuna, si ritrova nei panni di una novella ghostbuster a ripulire una tetra magione da fantasmi ed entità sovrannaturali varie, con la consapevolezza che ad ogni morte, dovrà iniziare di nuovo la sua impresa.

E’ questa la premessa di Don’t Die Minerva, titolo della software house americana Xaviant ancora in accesso anticipato su Steam e Xbox One, che ho avuto il piacere di provare prima della sua uscita in versione completa per svariate ore e che consiglio di tenere d’occhio.

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Hop Hop Gadgets

Ad accoglierci all’ingresso del maniero troveremo il fantasma di Mr. Butterworth, il vecchio maggiordomo, che ci chiederà di liberare ogni stanza dalla presenza di creature “spaventose” al servizio del perfido The Master.

Muniti all’inizio di una misera torcia, ben presto potremo contare su strumenti offensivi davvero curiosi: dal lanciagranate di luce alla scimmia spara banane, dal cannone spara raggi luminosi al gattino iperaggressivo, avremo di che divertirci nello sperimentare le varie combinazioni e magari trovare la nostra preferita.

Armi e gadget che saranno potenziabili attraverso varie gemme nascoste nelle stanze o acquistabili con le monete raccolte in un piccolo banco all’inizio di ogni partita.

Il gioco riprende la formula alla Binding of Isaac o Enter the Gungeon per intenderci, dove le stanze ed i nemici saranno generati proceduralmente e, come in ogni roguelite che si rispetti, ad ogni morte della nostra piccola Minerva dovremo iniziare di nuovo daccapo dalla prima stanza, perdendo tutti i gadget e le armi che avevamo trovato.

Ad aiutarci nel superare più facilmente le nostre successive run, ci penseranno alcuni vantaggi che potremo sbloccare attraverso i Cristalli d’Essenza che raccoglieremo dai nemici sconfitti o scopriremo all’interno dei forzieri  disseminati un pò ovunque.

In ogni piano troveremo una stanza con una fontana ricolma di un liquido rosso che, al costo di una moneta, ci trasporterà in un mondo parallelo dove potremo affidare questi cristalli a Mr. Butterworth senza correre il rischio di perderli in caso di morte.

Inoltre più riusciremo a sopravvivere, migliori saranno le armi e i gadget su cui Minerva potrà contare e sconfiggere i vari fantasmi più agevolmente, ma non sarà facile visto che, piano piano, le stanze si riempiranno di nemici sempre più resistenti e con nuove abilità.

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A nightmare before

Lo stile del gioco riprende un pò le tinte dark cartoon che mi hanno ricordato molto i lavori di Tim Burton o, per rimanere in ambito videoludico, quelle di American McGee; pur risultando semplice e nulla di particolarmente sbalorditivo, ho trovato una buona varietà nelle ambientazioni e nei modelli dei “mostri” cosa non da sottovalutare quando si parla di giochi procedurali.

Unica cosa da segnalare è la presenza ancora di diversi bug, alcuni innocui, come la scomparsa di alcuni effetti sonori, altri invece un pò più seri, come il blocco totale dei movimenti dei nemici o l’impossibilità di premere il pulsante per accedere all’ascensore e uscire dal livello, risolto solo dopo un riavvio del gioco.

Ovviamente il titolo è ancora in sviluppo e quindi l’acquirente deve mettere sul conto problemi di questo genere, ma gli sviluppatori hanno rilasciato diversi aggiornamenti durante il periodo della mia prova, facendo sperare in un prodotto il più possibile “pulito” al momento dell’uscita finale.

Don’t Die Minerva alla fine non ha pretese di innovare o rivoluzionare il genere a cui appartiene, ma se vogliamo un titolo semplice (ma non facile!) che magari può essere sfruttato per il suo stile come battesimo al genere roguelite per i più giovani, ecco… avete ciò che fa per voi.


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