mercoledì, Dicembre 18, 2024
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The Blind Prophet – La nostra recensione

Tutto sommato The Blind Prophet è un buon gioco che, nonostante non apporti grosse novità nel suo genere di appartenenza, mi sento di consigliare a chi è amante delle storie dark e dei comic americani

Il profeta cieco

La prova in anteprima di The Blind Prophet di qualche mese fa ( QUI ) mi aveva lasciato una buona impressione ed ero curioso di vedere se alcuni dei dubbi e dei difetti che avevo trovato erano stati risolti prima dell’uscita. L’avventura punta e clicca dello sviluppatore ARS Goetia, pur essendo un team piccolissimo, mi aveva colpito soprattutto per lo stile visivo, ispirato fortemente dai comic book americani e non solo, ma come spesso succede di non sola grafica vive un videogioco.

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L’ apostolo con la Spada

Bartholomeus è un apostolo inviato in missione divina a sconfiggere i demoni che infestano la Terra.

La meta prescelta è Rotbork, città colpita da una forte recessione a causa della scomparsa del pesce nel mare che la circonda e fonte primaria di sostentamento per molti abitanti. Senza lavoro e senza prospettive, la popolazione viene facilmente corrotta dai demoni che ormai controllano la maggior parte delle persone.

La storia del nostro apostolo si intreccerà fortemente con quella della città, facendoci scoprire diversi personaggi pronti ad aiutarci o ad ostacolarci nella nostra impresa.

In questo senso ne ho trovati alcuni meglio caratterizzati di altri, ma tutto sommato i dialoghi non sono mai banali e, anzi, le battute sarcastiche di Bartholomeus mi sono sembrate anche abbastanza simpatiche.

La presenza di dialoghi a scelta multipla e la premessa della possibilità di combattere contro al massimo quattro dei sei demoni principali, mi avevano incuriosito per vedere se effettivamente le mie scelte avrebbero portato ad affrontarne diversi in ogni partita.

Purtroppo dopo aver provato varie risposte, la storia è proseguita allo stesso modo delle altre volte, facendomi uccidere sempre gli stessi quattro “boss”.

Forse la volontà di chiudere il gioco e il budget ridotto hanno portato gli sviluppatori a tagliare alcune idee in fase finale e questo è andato ad influire anche sulla durata di The Blind Prophet che non supera le sei ore.

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Tinte Dark ne abbiamo ?

Se sul fronte narrativo il gioco ha alcune mancanze, per quel che riguarda la componente ludica ci troviamo di fronte ad una classica avventura alla Broken Sword per intenderci, con una mappa della città dove spostarci e visitare varie location in cui saremo chiamati a risolvere diversi enigmi e puzzle ambientali che ho trovato tutto sommato onesti e mai frustranti.

La varietà è buona, anche se un giocatore seriale di avventure grafiche, riconoscerà al volo alcuni rimandi ad altri titoli del passato.

Una cosa che avevo notato in sede di anteprima era che a volte alcuni punti di interesse si sovrapponevano alle frecce per spostarsi tra i vari ambienti: purtroppo ciò accade ancora, ma per fortuna non mi hanno mai bloccato e sono potuto andare avanti tranquillamente.

Anche il cursore, che ci permette di scegliere una tra quattro azioni con cui interagire con il punto d’interesse, a volte non mostrava le icone e in questo caso ho risolto ritornando alla schermata precedente e, magicamente, le icone sono ricomparse. Insomma piccole cose ma che speravo di non trovare più nel prodotto finale.

Quello che è rimasto il punto forte della produzione sono le varie schermate disegnate a mano davvero ben realizzate, che ho trovato splendide in alcuni scorci della città grazie anche all’uso di differenti colori in ambienti dove il grigio e il nero la fanno da padrone.

Certo un pò di dinamicità in più non mi sarebbe dispiaciuta, ma le varie schermate animate in stile comic book per quanto riguarda le scene d’azione, si inseriscono perfettamente nel dare un pò di vivacità e ritmo all’avventura.

Tutto sommato The Blind Prophet è un buon gioco che, nonostante non apporti grosse novità nel suo genere di appartenenza, mi sento di consigliare a chi è amante delle storie dark e dei comic americani: pur non esente da difetti, il titolo di ARS Goetia è artisticamente impeccabile.

Ultima nota: i dialoghi non sono doppiati ed i testi sono tradotti solo in inglese, francese e cinese.


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