Gris – La nostra recensione
E’ il classico gioco che non si dimentica, che ti avvolge e ti porta con se nel suo mondo, strappandoti dalla realtà fino ai titoli di coda.
Quando cadi puoi solo rialzarti
Ci sono giochi che vanno ben oltre il semplice impianto videoludico e questo è il caso di Gris, videogame indie di Nomada Studio.
Gris è un platform 2D dove esplorazione e risoluzione di alcuni puzzle ambientali saranno la costante del gameplay. Ma la forza di questo gioco non risiede soltanto nel suo gameplay, che se pur semplice risulta ben inserito nel contesto, ma soprattutto nella sua forma stilistica e concettuale.
Piccola premessa: spesso siamo soliti spendere righe e righe di lodi su prodotti Tripla A, sottolineandone la regia, la struttura, l’ impianto grafico e altro ancora, dimenticandoci che molte volte dei piccoli prodotti, con budget molto più limitati rispetto ad una grande Software House, riescono a vincere grandi scommesse, ponendosi come prodotti da cui trarre ispirazione, prodotti che riescono a rimanere nell’ anima del videogiocatore a volte anche di più di un blasonatissimo titolo ad alto budget che gode, oltre alle risorse economiche, anche di campagne di marketing consistenti e spinte mediatiche al limite dell’ umana ragione.
Detto ciò torniamo a Gris.
Non servono troppe parole…
Se da un lato il modello di gameplay risulta lineare in quanto ci limiteremo a guidare la nostra eroina all’ interno di una serie di stage concatenati l’ uno all’ altro, sfruttandone i poteri che man mano acquisiremo e affrontando piccole sezioni “di salto” e alcuni puzzle, dall’ altro il comparto narrativo e artistico risultano straordinari.
Non aspettatevi dialoghi o righe di testo. No, nulla di ciò. Immaginate un gioco alla Journey ( altro capolavoro ) dove però il trarre le conclusioni e il ricostruire gli eventi sarà tutto demandato al videogiocatore. Pertanto sarà l’ impianto artistico a dare spunti di riflessione sui quali concentrarsi per trovare la giusta interpretazione.
Lungi da me racontarvi qualsiasi situazione di gioco perchè il focus è tutto nella scoperta, nel lasciarsi meravigliare rimanendo spesso a bocca aperta.
Nelle 6 ore necessarie ad esplorare ogni angolo del mondo di gioco vi ritroverete spesso immobili ad ammirare il mondo di gioco, un mondo in rovina che sembra privo di qualsiasi forma di vita che man mano prenderà una nuova forma mostrandosi in tutto il suo decandente splendore, mondo che si articolerà in modo lineare ma non banale grazie ad un design minimalista ma curato in ogni dettaglio.
Il piacere del dolere
Gris trasmette dolore, un dolore che man man tende ad affievolirsi mutando in forza d’ animo e determinazione. Questo è quello che arriva fin dai primi minuti di gioco e sarà un mood che vi accompegnerà fino alla fine del vostro viaggio. Non parliamo poi delle musiche… arie rarefatte e delicate aleggiano sinuose in ogni frangente del gioco riuscendo a completare in maniera perfetta ciò che il gioco vuole trasmettere.
Non voglio stare qui a perdermi in tecnicismi vari e benchmark di alcun tipo. Questo titolo è una meraviglia e non serve aggiungere altro. Non lasciate che il dubbio si insinui in voi a causa della breve durata dell’ avventura; le ore che spenderete in Gris saranno più che sufficenti per farvelo amare alla follia, senza rimorsi di alcun tipo.
E’ il classico gioco che non si dimentica, che ti avvolge e ti porta con se nel suo mondo, strappandoti dalla realtà fino ai titoli di coda.
Giocatelo. Punto.
Augh.