Superliminal – La nostra recensione
Lo consiglio sicuramente, perché presenta puzzle intelligenti e una “storia” che ci porterà alla fine a riflettere su noi stessi e sul nostro modo di affrontare i problemi di tutti i giorni, magari però aspetterei qualche saldo in quanto lo porteremo a termine al massimo in un pomeriggio.
Non stai pensando quadrimensionalmente
Credo che a tutti sia capitato almeno una volta di provare a risolvere un problema e non riuscirci perché magari lo stavamo osservando da un solo punto di vista.
Avere un’elasticità mentale sviluppata ci può far vedere le cose da differenti angoli così da aiutarci a capire cosa sono veramente. E’ il cosiddetto pensiero laterale, che si oppone alla logica sequenziale per la risoluzione dei problemi e che porta ad utilizzare modalità alternative e meno scontate, ma non per questo meno efficaci.
In Superliminal ( gioco di Pillow Castle ) di pensiero laterale ne dovremo usare un bel po’ visto che il titolo ci proporrà puzzle ambientali risolvibili attraverso l’uso dell’illusione prospettica e della manipolazione dimensionale di diversi oggetti particolari.
Non preoccupatevi però, il livello di difficoltà non raggiunge mai picchi insormontabili e questo, purtroppo, porta alla luce il più grande difetto del gioco: la scarsa longevità.
Sogno o son desto
Superliminal pone come tema principale della sua narrativa il sogno. Ci sveglieremo in una clinica del sonno, ma se all’inizio tutto ci apparirà reale, presto ci accorgeremo di essere in una dimensione onirica dove non tutto è quello che sembra.
Sfruttando la tecnica della prospettiva, ad esempio, se un oggetto lo vediamo molto piccolo da vicino, prendendolo e posizionandoci in un angolo lontano della stanza, quello stesso oggetto ci apparirà più grande e, una volta lasciato cadere a terra, avrà quelle dimensioni una volta riavvicinati.
Così una piccola insegna, una volta ingrandita si trasformerà in una rampa che potremo usare per raggiungere l’uscita della stanza e avanzare a quella successiva, oppure dei cubi giocattolo si riveleranno dei perfetti gradini una volta portati alla giusta dimensione e messi una di fianco all’altro.
Questa è solo una delle meccaniche che dovremo utilizzare per risolvere i puzzle presenti nelle diverse stanze dei nove livelli che compongono il gioco: se nei primi la prospettiva la farà da padrone, in quelli più avanzati affronteremo portali dimensionali (Portal docet!, ndr), giochi di luce e ombre e, soprattutto, paradossi dimensionali.
Nel corso del nostro percorso saremo accompagnati da due “voci”: quella femminile del Protocollo d’Orientamento Standard, che ci indicherà l’obiettivo da raggiungere, senza fornirci però alcun aiuto nella soluzione degli enigmi e una maschile, quella del Dr. Glenn Pierce, che ci spronerà a superare le nostre “rigidità” mentali tra una stanza e l’altra attraverso le sue frasi terapeutiche.
Corto uguale brutto?
Come accennavo all’inizio, il problema di Superliminal è che dura davvero poco. Complice il fatto che i puzzle non richiedono un grosso sforzo mentale, sono arrivato ai titoli di coda in poco meno di 2 ore.
Non sono uno che giudica un gioco in base alla sua durata, ma visto che l’esperienza provata mi è parsa davvero piacevole, ne avrei voluto sicuramente ancora un po’.
Certo una longevità maggiore avrebbe diluito eccessivamente il gioco, rendendolo meno incisivo e noioso, ma ciò non toglie che qualche puzzle in più non avrebbe guastato.
Il titolo, quindi, lo consiglio sicuramente, perché presenta puzzle intelligenti e una “storia” che ci porterà alla fine a riflettere su noi stessi e sul nostro modo di affrontare i problemi di tutti i giorni, magari però aspetterei qualche saldo in quanto lo porteremo a termine al massimo in un pomeriggio.