Child Wood: Il Destino del Cerbiatto Rosso – La nostra recensione
Rinnovo i miei complimenti agli autori in quanto questo seguito è magistrale. Espande i confini del bosco, introducendo personaggi e situazioni che, se pur a tratti classici nel genere, riescono a non essere mai banali, tessendo una trama avvincente e matura.
Niente è come sembra
Con enorme piacere siamo tornati a vestire i panni del ranger Ron Stephenson nel secondo volume di Child Wood: Il Destino del Cerbiatto Rosso ( Little Rocket Games / Tuga Edizioni ).
Avevamo già avuto modo di assaggiare una preview di questo librogame ( QUI ) e pertanto la voglia di andare a fondo nella storia, dopo aver divorato il primo libro ( Il Mistero della Strega Bambina ) era veramente molta.
Parliamo sempre di un librogame a tinte horror e naturalmente si da seguito a quanto accaduto precedentemente.
Ma se il primo episodio era una sorta di introduttivo alla storia ( vi ricordo che si tratta di una trilogia di librogame che farà da epilogo a quanto poi accadrà nel roleplaying card game di prossima pubblicazione ) stavolta si scaverà a fondo nel mistero su cui molti hanno indagato senza risposte, entrando nel vivo della storia che si dipanerà sotto i vostri occhi senza darvi respiro.
Senza spoiler alcuno cercherò di trasmettervi cosa mi ha dato, e lasciato, questo librogame asserendo fin dall’ inizio di questa recensione che si tratta di uno dei migliori libri del genere che abbia mai avuto il piacere di leggere e giocare.
La scrittura di Fabio Antinucci ( soggetto di Giampaolo Razzino ) è molto più matura, introspettiva e perchè no, onirica. Questo non vuol dire che tutto sia fumoso, anzi, ma piuttosto vuole sottolinerare quanto lavoro c’è stato per creare una canovaccio narrativo che trasporti il lettore in un turbinio di eventi dentro e fuori la mente del protagonista, spaziando tra numerose situazioni più o meno intime e riuscendo ad intrecciare in maniera perfetta horror classico, horror psicologico e thriller.
Mettiamola così: prendete King, Spielberg e Linch, chiudeteli in una stanza e fategli scrivere una storia che abbia come punti fermi da trattare un bosco e dei ragazzini. Spero di essere stato chiaro.
L’ ombra del bosco e della mente
Il bosco sarà sempre una costante ma questa volta viene trattato come un involucro, una gigantesca bolla di sapone pronta ad esplodere rendendo il pavimento da calpestare scivoloso e insidioso.
La struttura a bivi è ben implementata e non bisogna mai dare nulla per scontato, ragionando sulle scelte da effettuare sapendo dosare bene pancia e testa, onde finire prematuramente la nostra indagine ( e vi assicuro che il fallimento è sempre dietro l’ angolo, ndr ). Si scaverà nel passato per avere risposte in un immediato futuro, restando però sempre ancorati all’ incertezza del presente.
“Giocosamente” parlando avremo sempre a che fare con lanci di dadi per risolvere alcune prove ma saranno molto dosati. Non pensate quindi di far rotolare D6 su D6, Child Wood non è questo. Si lanciano dadi soltanto in alcune situazioni ben specifiche e il resto del tempo lo si passerà a viaggiare, acquisire indizi e risolvere enigmi, anche molto stimolanti e sfidanti.
Come per Il Mistero della Strega Bambinina sono presenti illustrazioni old-school in bianco e nero ( Erica Rossi ) che aiutano nell’ immedisimazione, richiamando grandi classici della filmografia horror anni ’80.
Da avere, recuperando il primo libro, assolutamente.
La cosa che più mi ha colpito di questo libro sono le sensazioni che riesce a trasmettere: la storia rapisce totalmente; vi troverete completamente assorbiti dagli eventi, impersonificandovi al 100% con il protagonista, desiderosi di sapere di più con tanto di sana tensione ad accompagnare ogni salto di paragrafo.
Non mi esulo dal dire che in un passaggio in particolare mi sono quasi commosso, e non sto raccontando balle… ditemi voi se questa non è pura forza della narrativa.
Rinnovo i miei complimenti agli autori in quanto questo seguito è magistrale. Espande i confini del bosco, introducendo personaggi e situazioni che, se pur a tratti classici nel genere, riescono a non essere mai banali, tessendo una trama avvincente e matura. Più di una volta mi sono domandato se Child Wood esistesse veramente, se non fosse solo l’ immaginario di un folle dalla mente devastata da eventi a me ancora sconosciuti. Chissà …
Se volete potete gustarvi questo libro anche non avendo letto il primo. All’ inizio infatti vi verranno poste due opzioni, la cui scelta sarà dettata da come avrete terminato precedentemente la vostra avventura. Vien da se che aver letto il primo libro è parte fondamentale dell’ esperienza, e ci mancherebbe altro, ma se proprio non resistete potete partire direttamente da questo volume, recuperando successivamente il precedente.
Se La Strega Bambina è stato un gustosissimo antipasto allora Il Destino del Cerbiatto Rosso è un corposo primo e secondo piatto da stella Michelin. Ora attendo affamato l’ episodio conclusivo, il dolce. E come tutti sapete un buon dolce è la portata che conclude un pasto, rendendolo memoreabile.
Fabio e Giampaolo, stupitemi, anzi… stupiteci!
Augh.