L’ Isola dei Vulcani – La nostra recensione
Definirei L’ Isola dei Vulcani un family-game che unisce il mito alla storia. Un gioco capace d’ intrattenere e creare un mood positivo al tavolo. Un titolo colorato, non impegnativo, che vi farà passare svariati minuti in compagnia del vostro gruppo di gioco abituale e non.
Un volta era Mu
Seguiamo questo gioco da un po’ di tempo, non lo nascondiamo. L’ Isola dei Vulcani è quel gioco in cui avevamo riposto delle aspettative, anzi due aspettative in particolare: immediatezza e sano divertimento. Avrà rispettato i nostri desideri? Vediamo … anzi…. leggiamo.
L’ Isola dei Vulcani ( Pendragon Game Studio – designer Andrea Mainini e Luciano Sopranzetti ) è un titolo da 2 a 4 giocatori che ci immedesimerà nei panni di alcuni gruppi di coloni intenti nel conquistare e civilizzare il mitico continente di Mu. Ma la conformazione geologica di questo continente non verrà di certo incontro ai nostri coraggiosi coloni vista l’ alta concentrazione di vulcani attivi, geyser e lava in ogni dove. Ma i nostri sono tenaci e quindi, grazie alla loro spiritualità e credo religioso, decideranno di costruire delle statue protettive, statue sacre in grado di proteggerli da possibili eruzioni. Peccato che quest’ ultime, posizionate sui geyser, non fungano altro che da tappo, aumentando la forza geotermica e di conseguenza la possibilità che le tanto temute eruzioni avvengano, distruggendo pian piano il continente …
Con questo potete già assumere quanto il gioco sia ben ambientato e anche abbastanza originale a livello di “concept”. Punti assicurati.
Parliamo del gameplay
Il setup è piuttosto veloce: si prepara la board modulare, seguendo un determinato ordine, andando così a delineare il continente, si posizionano i token lava stando ben attenti a disporli negli appositi spazi come indicato nel regolamento e si distribuiscono ad ogni giocatore gli elementi della propria tribù ( coloni, villaggi, moai, gettoni azione, token imbarcazione ). Si posiziona poi un colone per giocatore sulla sponda di partenza e voilà… pronti.
L’ Isola dei Vulcani è un titolo veramente immediato nelle regole ( aspettativa soddisfatta, altri punti guadagnati). Ogni giocatore avrà 4 punti azione da poter spendere in movimento, creazione, posizionamento, acquisizione.
Muovere un colono da una tessera all’ altra costerà un punto azione, sempre 1 punto azione costerà scolpire un Moai, muovere un colono insieme ad un Moai scolpito, erigere un Moai, creare un nuovo colono. Costruire un villaggio costerà invece 2 punti azione. Inoltre, in numero variabile, i punti azione potranno essere spesi per acquisire un gettone preghiera.
Sono presenti alcuni semplici, e naturali, vincoli di civilizzazione: Moai e villaggi possono essere costruiti solo sfruttando i token lava, e ne prenderanno il posto ( il Moai va posizionato sdraiato ). Costruire un villaggio, scolpire un Moai ed erigerlo necessita sempre di almeno un colono presente nella stessa tessera mentre per creare un nuovo colono serve che sia presente un villaggio. Un Moai eretto non potrà più essere spostato.
Ci si muove quindi in lungo e in largo per il continente creado villaggi ed erigendo Moai. Tutto qui direte voi? Assolutamente no.
Ogni volta che erigeremo un Moai questo potrebbe provocare un’ eruzione e creerà una crepa nel terreno, crepa che andrà posizionata al confine con la tessera adiacente il Moai appena eretto. Fatto ciò andrà lanciato un dado custom e se come risultato avremo un bel vulcano arrabbiato di tutto punto allora bisognerà pescare un gettone numerico randomico e si farà eruttare il vulcano presente nella tessera dello stesso numero.
L’ eruzione estenderà le linee di lava presenti intorno al vulcano e nel caso incontrino sulla loro strada villaggi e/o Moai solamente scolpiti, li distruggerà e andranno rimpiazzati con nuove tessere lava. L’ unico modo per salvare i propri beni dalla distruzione sarà quello di spendere un gettone preghiera.
Pertanto erigendo Moai, oltre che far eruttare i vulcani, sommeremo crepe su crepe nel terreno e quando una linea di crepe delimiterà una porzione “finita” di terreno, questa sprofonderà e sarà eliminata dal gioco, portandosi dietro tutto quello che contiene, eccezion fatta per tutti i coloni del giocatore che ha provocato lo sprofondamento e uno soltanto per tutti gli altri partecipanti ( i coloni sopravvissuti andranno posizionati in una tessera adiacente ).
Il gioco terminerà quando rimarranno solo due Vulcani.
Come si vince?
Costruendo villaggi ed erigendo Moai si guadagneranno punti, punti che andranno segnati real-time. Inoltre se erigeremo dei Moai in tessere che contengono più di un villaggio i punti si moltiplicheranno in base al numero di villaggi presenti. A fine partita si guadagneranno ulteriori punti in base al numero di Moai eretti che sono sopravvissuti, di coloni ancora in vita, di gettoni preghiera non spesi, di villaggi che ancora si reggono in piedi. Inoltre se avremo più Moai eretti consecutivamente allora godremo di moltiplicatori.
I materiali sono molto buoni. Ho apprezzato molto il modello d’ inserimento dei Vulcani, e il materiale con cui sono realizzati, in quanto mi riporta alle produzioni Mattel degli anni ’80. Le miniature nella loro semplicità sono ben realizzate e la board, una volta che inizierà a popolarsi di coloni, villaggi e testoni di pietra sarà un piacere da guardare.
Il gioco scala benissimo anche se trovo che in 3 ci sia il giusto equilibrio tra “spazio di gioco e durata”. In due giocatori comunque non risulta largo, anzi è ben proporzionato mentre in 4 giocatori forse rimane un po’ stretto, oltre che i tempi di ogni partita tendono a ridursi causa prematura distruzione del continente.
Nota: le fote pubblicate in questo articolo si riferiscono ad un partita a due giocatori.
Non ci sono tempi morti e tutto si svolge rapidamente e fluidamente, e non è poco. L’ unica cosa che non capisco è il perchè siano stati introdotti i gettoni navigazione che altro non fanno che segnare il punto di partenza iniziale. Sarebbe stato utile poterli utilizzare, anche una sola volta in tutto il gioco, per spostare rapidamente un colono da una parte all’ altra del continente spendendo un’ azione. ( se così non fosse vi prego di segnalarmelo… magari mi sono perso qualche riga del regolamento, anche se non mi sembra ).
E quindi?
Dopo diverse partite non possiamo che promuovere questo gioco: al tavolo ci si diverte ( tutte le aspettative soddisfatte, alè ) e la necessaria applicazione di strategia a breve termine rende il tutto più pepato.
Non c’è interazione diretta ma abbondante interazione indiretta e non ci sente mai soli durante le partite, anzi, è ben presente quella cattiveria da sopravvivenza che è assolutamente necessaria in un gioco del genere. Adottando le dovute precauzioni si potranno inanellare combo di punti molto soddisfacenti e l’ inevitabile distuzione non è da vedere assolutamente come un male ( Blood Rage insegna, ndr ), e ciò è molto interessante.
Definirei L’ Isola dei Vulcani un family-game che unisce il mito alla storia. Un gioco capace d’ intrattenere e creare un mood positivo al tavolo. Un titolo colorato, non impegnativo, che vi farà passare svariati minuti in compagnia del vostro gruppo di gioco abituale e non.
Consigliato? Si, perchè è un boardgame che, oltre a soddisfare quello che ci aspettavamo, è riuscito a darci qualcosa in più grazie alla sua componente strategica-light e al suo modo di rendere in maniera piacevolissima il tema della geotermia e del mistero che aleggia intorno ai ” capoccioni ” dell’ Isola di Pasqua.
E ora lasciate che Mu si trasformi sotto i vostri occhi riempendo il carrello su Magic Merchant.
Augh.
L’idea è decisamente originale e suona molto divertente. Quella delle crepe che distruggono la porzinoe di tabellone una volta delimitata, mi ha ricordato un pò quei giochini da cabinato…. quelli dove si scoprivano le foto delle donnine nude tracciando dei quadrati col cursore e cancellando la porzione relativa di schermo.
Il buon vecchio QIX. A Super QIX c’ho giocato tantissimo, ero tipo in fissa. Comunque, tornando all’ Isola dei Vulcani, è un gioco che non impegna e che riesce a far passare bei momenti al tavolo.