The Messenger – La nostra recensione
The Messenger fonde alla perfezione 3 grandi classici dei videogames: Ninja Gaiden, Mega Man, Castlevania.
I’m the Messenger
Inizio questo articolo senza mezzi termini: comprate questo gioco!
The Messenger, gioco sviluppato da Sabotage Studio e pubblicato da Devolver Digital, è uno dei titoli che più stavo aspettando, vuoi per il mio essere retrogamer, vuoi perchè adoro i giochi pixelosi, vuoi perchè ho un debole per i giochi in stile anni 80/90 con i Ninja.
Detto ciò parliamo di questo gioco, visto che ho imperato ad inizio articolo senza colpo ferire.
The Messenger fonde alla perfezione 3 grandi classici dei videogames: Ninja Gaiden, Mega Man, Castlevania ( il solo nominare questa triade fa venire la bava alla bocca, ndr ).
Parliamo di un titolo action su piattaforme in 2D, con sviluppo orizzonatale e verticale che ci calerà nei panni di un ninja, un messaggero per l’ appunto, il cui scopo sarà quello di recapitare un messaggio per salvare il mondo dall’ invasione dei demoni.
Lo stile di gioco è classicissimo: si salta, si combatte, si sconfiggono boss di fine area, si scoprono segreti. La grafica è giustamente pixelosa ma non aspettatevi la crudeltà dei salti e delle hit-box pixel perfect. Siamo nel 2019 e i movimenti del nostro eroe sono molto fluidi e dinamici.
Avanzando entreremo in possesso di diverse abilità e oggetti come il rampino, la tuta alare, i ramponi e altro, che ci permetteranno di accedere a nuove zone. Presente una sorta di hub accedibile dai checkpoint che ci permetterà di aumentare le statistiche del nostro personaggio tramite un piccolo albero delle abilità.
Da 8 a 16 in un attimo
Graficamente The Messenger è gradevolissimo, con un buon utilizzo della paletta di colori “in stile” e con personaggi e mostri molto piacevoli.
Il titolo, tramite il classico escamotage dei viaggi temporali, vi trasporterà prima nel mondo a 8bit per poi catapultarvi in seguito in quello a 16it, cambiando alcune carte in tavola e spingendo il videogiocatore in un’ esperienza più esplorativa e meno lineare, il tutto in modo brusco ma ben orchestrato. Meraviglia!
Trovo che il level design sia eccezionale. Tramite sessioni ben oculate di backtracking si potranno scoprire segreti e zone inesporate che avevamo tralasciato. Tenete conto che il backtracking sarà importantissimo e spesso, tra repentini salti da 8 a 16 bit, potremo anche sentirci smarriti. A tal pro ci potremo rivolgere allo shopkeeper, il druido all’ interno dell’ hub di gioco il quale ci potrà segnare sulla mappa il punto verso cui dirigerci.
Il piglio arcade del gioco esplode in ogni dove. Il ritmo è serrato. La sfida è ben bilanciata anche se si morirà spesso, come è giusto che sia in questo genere di giochi, specialmente se parliamo di qualcosa che trae ispirazione, e rende omaggio, alle gesta del glorioso Ryu Hayabusa.
E poi ci sono loro… le Chiptunes. Cavolo… la colonna sonora di questo gioco è da capogiro e non aggiungo altro visto che avrete ben capito che ogni singola nota fa il suo dovere alla perfezione.
A questo aggiungete diverse battute sarcastiche e diversi rimandi all’ universo “nerd”, oltre ad un compagno di viaggio molto particolare e pungente che apparirà ogni volta che moriremo, riportandoci in vita al checkpoint più vicino e chiedendoci in cambio del suo operato una certa somma di cristali, la valuta del gioco.
Consigliatissimo
Difetti? Si, qualcosa c’è e non posso esularmi dal riportarlo:
La varietà di mostri è piuttosto esigua e alcune bossfight potevano essere molto più impegnative.
L’ albero delle abilità è forse troppo esiguo e poteva essere sviluppato in modo migliore. Altra nota negativa, che non è propriamente un difetto del gioco, è la mancata traduzione in italiano.
Se non si conosce bene l’ inglese si godrà poco dell’ umorismo ingame e si perderanno diversi botta e risposta utili, in certi casi, anche alla progressione e all’ esplorazione.
Detto ciò torno ad imperare: compratelo. Punto.
Augh.