The Sojourn – La nostra recensione
se siete amanti dei puzzle, delle ambientazioni oniriche e dei giochi che riescono a trasmettere e a far pensare, trasportandovi in un percorso altamente personale, allora questo gioco è assolutamente consigliato.
Pronti per un bel viaggio?
Parlare di The Sojourn non è facile, non tanto per il modello di gameplay in se ma più che altro per quello che il gioco trasmette e si sforza di far scaturire al giocatore al fine di riflettere sulla propria esistenza, il proprio percorso di crescita, tra luci e ombre, tra il bene e il male.
Un percorso molto intimo e personale che è difficile da spiegare in quanto se ci si lascia rapire dal gioco ognuno vivrà un’ esperienza introspettiva differente, basata sulla propria vita e sulle scelte intraprese negli anni, interrogandosi poi sul perchè molto spesso si dimentichino alcuni aspetti legati alla crescita e all’ evoluzione e di come queste dimenticanze, odistrazioni, si riflettano sul proprio essere.
Capite che The Sojourn, sviluppato da Shifting Tides ed edito da Iceberg Interactive, fa della narrativa e dell’ impatto cognitivo la propria forza, pur non dimenticando il suo essere videogame, o meglio un puzzle game piuttosto impegnativo.
Puzzle d’ introspezione
Parlando dell’ aspetto ludico ci troveremo di fronte a puzzle su puzzle. Ci muoveremo per un mondo dai colori caldi, molto ben realizzato nel suo donare calma al giocatore. Si viaggia senza mai guardarsi indietro.
Si risolvono enigmi e si avanza alla stage successivo in un crescendo di difficoltà che non risulta mai frustrante in quanto si viene progressivamnenbte accompagnati nell’ utilizzo di nuovi elementi che andranno poi ad arricchire il parco delle possibilità da sfruttare.
Interessante l’ utilizzo di una visione ” oscura “ che permette, con un tempo di utilizzo molto limitato, di individuare porzioni di strutture non visibili e manipolare/attivare diversi elementi.
I puzzle sono sono a senso unico e perciò non aspettatevi possibilità di soluzioni multiple. Si potrà anche optare per portare a termine sfide opzionali, sfide che potrebbero mettervi veramente alla prova. Diciamo che è una via di mezzo tra un puzzle game alla The Witness, più semplice, e un walking simulator alla The Vanishing of Ethan Carter, ma molto più introspettivo .
A corredo dell’ esperienza vengono incontro le musiche e gli effetti, assolutamente degni di nota. Giocando The Sojourn con le cuffie si viene completamente avvolti dal mondo di gioco e dal suo voler comunicare nell’ anima del giocatore.
Mi sono trovato spesso fermo ad ascoltare e a scrutare il paesaggio oppure nel domandarmi il perchè di alcune scelte scenografiche cercando di coglierne il significato. Questo a mio personale parere è un plus in quanto significa che Shifting Tides è riuscita ad incuriosirmi e stimolarmi a tal punto da fermarmi a riflettere.
Viaggiare, risolvere, riflettere
The Sojourn è un susseguirsi di sensazioni, e di puzzle ovviamente.
Un viaggio da affrontare con calma ( tenete conto che il personaggio non potrà correre e questo già la dice lunga sul modello di gameplay, ndr ), rilassati e consapevoli che qualcosa dentro di voi potrebbe smuoversi o riaccendersi.
Non parlo di un gioco perfetto e nemmeno di un gioco destinato al grande pubblico ma se siete amanti dei puzzle, delle ambientazioni oniriche e dei giochi che riescono a trasmettere e a far pensare, trasportandovi in un percorso altamente personale, allora questo gioco è assolutamente consigliato.
Augh.