Attack of the Mutant Camels – Tutti contro i cammelli
diciamocelo chiaramente … quando mai vi potrà ricapitare di sparare a dei grassi e grossi cammelli che sparano dalla bocca su pianeti di altre galassie?
I cammelli mutanti di Minter
Jeff Minter non ha certo bisogno di presentazioni nel mondo del gaming; un game designer lucidamente folle che ha sformato una moltitudine di titoli a partire dal 1982.
Oggi vi parlerò, in breve, di un’ icona dell’era 8bit, Attack of the Mutant Camels, gioco per l’ appunto sviluppato da Minter per la sua software house Llamasoft e rilasciato nel 1983.
Mi ricordo ancora che lo giocai con il nome di “cammelli” su Commodore 64 grazie ad una compilation da edicola. Ma tuffiamoci all’ interno della creatività di Minter.
Parliamo di uno sparatutto a scorrimento sulla linea di Defender. Saremo alla guida di una piccola astronave intenta nel far fuori enormi cammelli all’ interno di ben 31 stage di gioco dalla difficoltà crescente.
Defender che incontra Star Wars che incontra un cammello !!??
Come in Defender lo scrolling sarà orizzontale con la possibilità di invertire il moto e cambiare direzione muovendosi in un’ area circolare. I nostri nemici, i sopracitati cammelli tenteranno di farci fuori sparando proiettili a ricerca dalla bocca in ogni direzione con lo scopo di conquistare il settore ( basterà che un cammello raggiunga l’ estrema destra di ogni stage per decretare la nostra fine).
Per abbattere ogni cammello serviranno svariati colpi e bisognerà prestare molta attenzione a non ritrovarsi mai tra due nemici, pena la probabile esplosione della nostra navicella a causa dei colpi precisi che ci sputeranno addosso i temibili quadrupedi.
Ogni stage conterrà 6 nemici e tra uno livello e l’ altro, denominati sector nel gioco, ci sarà un’ intermezzo nel quale dovremo schivare dei razzi che ci vengono sputati addosso senza remore.
Altro gioco a cui Minter si è sicuramente ispirato è The Empire Strikes Back per Atri 2600 ( 1982 ), anzi diciamo che Attack of the Mutant Camels sembra un clone dove al posto degli AT-AT sono stati inseriti dei mammiferi giganti.
Tutto qui. Nella di più.
Ode alla follia
Il gameplay è ridotto al’ osso, come del resto il comparto grafico che presenta sprite grandi di ma di discutibile fattura, sfondi minimali e una paletta di colori essenziale, come essenziali sono gli effetti sonori metallici e stridenti che fanno da contorno all’ azione.
Procedendo nel gioco la difficoltà diventerà piuttosto elevata e arrivare al 31° settore non sarà una passeggiata in quanto i cammelli saranno sempre più veloci e letali, sempre che non mollerete prima a causa della monotonia del gameplay.
Ma allora perchè questo gioco è diventato una sorta di pietra miliare?
Design signori, design. Parliamo di un’ opera quasi lisergica che affonda il suo concept all’ interno di altri grandi classici del gaming e da film “icona” quali Star Wars, in particolare L’ Impero Colpisce Ancora.
Al design ironico e fuori di testa va aggiunto un sistema di controllo fluido e ben calibrato che dona molta frenesia all’ azione donando un certo senso di soddisfazione mentre guidiamo la nostra navicella. Inoltre il minimalismo grafico è assolutamente funzionale al modello di gameplay proposto.
Personalmente non sono un grande amante di questo titolo ma ne riconosco le qualità, nonostante si parli di una qualcosa di piuttosto primitivo e molto monotono.
Di sicuro un gioco che ha scritto un pezzo di storia e che merita di essere conosciuto e giocato almeno una volta nella vita.
Dai, diciamocelo chiaramente … quando mai vi potrà ricapitare di sparare a dei grassi e grossi cammelli che sparano dalla bocca su pianeti di altre galassie?
Un gioco che si potrebbe paragonare ad una sorta di viaggio psichedelico a base di pixel.
Vi lascio con una domanda: In realtà sono cammelli oppure lama?
Augh.
Non ci ci può più nemmeno fidare dei cammelli.
mai fidarsi dei cammelli… chissà cosa nascondono sotto quelle gobbe 8)