mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Runebound 3^ Edizione, le nostre impressioni

tirando le somme, Runebound è un gioco da avere nella propria collezione?

 

 

Runebound ( competitivo | 2-4 giocatori | 14+ ) è sempre un gioco molto chiacchierato. Da amante dell’ universo fantasy creato intorno alle terre di Terrinoth mi sono deciso ad acquistare la sua terza incarnazione, comprensiva di tutte le espansioni ad oggi disponibili in italiano.

Parliamone

Siamo di fronte ad un prodotto che cala i giocatori nei panni di alcuni avventurieri che dovranno far fronte a diverse minacce mentre esplorano fino all’ ultimo esagono un mondo pieno di avventure e combattimenti.

Il regolamento è veramente semplice e non ho trovato ostacoli di alcun tipo dovuti ad incomprensioni o poca chiarezza delle meccaniche. Ad ogni modo, come ormai Fantasy Flight ci ha abituati, avremo a corredo anche il compendio delle regole, organizzato in ordine alfabetico. Il setup è nella media e una volta preparati gli eroi e i mazzi di carte, disposti i token degli incarichi sulla mappa e rimpolpato i mercati saremo pronti a fare la prima mossa dando via alle danze.

Parliamo degli eroi, di classico stampo fantasy. Abbiamo il tank, il ranger, il mago, il chierico e via dicendo. Ogni eroe avrà i propri punti vita, punti movimento, limite di carte abilità e 3 caratteristiche principali quali corpo, mente e spirito oltre che alla proria abilità di classe.

Ogni giocatore prenderà poi 3 di oro, i propri token combattimento e tante carte abilità quanto è il proprio limite di mano. Attenzione però, le abilità non saranno fin da subito attive ma andranno guadagnate. Ne parleremo più avanti.

Ad ogni turno ogni giocatore avrà a disposizione tre azioni da spendere tra muoversi, riposarsi, recarsi al mercato, prendere un’ incarico o addestrarsi.

Il movimento è gestito tramite il lancio di dadi ( D6 ) i quali riportano sulle loro facce le varie tipologie di terreno. Pertanto in base al proprio valore di movimento si lanceranno X dadi e di conseguenza ci si potrà muovere soltanto sui terreni ottenuti nei risultati. Se invece ci troveremo su una strada ci si potrà muovere liberamente fino al massimo dei nostri punti movimento.

Riposandosi si potranno curare le proprie ferite, recandosi nei mercati, che sono collocati nelle città principali, si potranno acquistare o vendere merci, addestrandosi si potrà rimpolpare o rinfrescare il proprio pool di carte abilità e prendendo un’ incarico si potrà pescare una carta missione riferita al tipo di incarico scelto, ovvero incontro, esplorazione o combattimento.

Le meccaniche più intriganti sono naturalmente ricercabili negli incarichi e nei combattimenti.

Sparsi per tutta la mappa ci sono token che raffigurano il tipo di incarico al quale si andrà incontro. Potremo trovarci di fronte ad un’ esplorazione dove per risolvere le varie condizioni riportate sulla relativa carta bisognerà lanciare i dadi ed ottenere precisi risultati, oppure affronteremo delle prove o ci imbatteremo in scontri all’ ultimo sangue. Ed è proprio il combattimento la feature che mi ha intrigato di più.

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Ai dischi di combattimento!

Niente dadi, niente carte. Stavolta si combatte con dei gettoni, token di forma circolare a due facce ( dei dischetti, ndr ) che riportano diversi simboli che decideranno l’ esito di ogni scontro. Ogni eroe avrò un set predefinito, il quale potrà essere espanso acquistando nuovi equip al mercato.

Al momento di affrontare uno scontro sarà il giocatore alla propria destra a prendere il controllo del nemico e gestirà i relativi gettoni. Ognuno quindi lancerà i propri token e a turno si risolveranno le dovute azioni. Si potrà attaccare infliggendo danni, difendersi, raddoppiare gli effetti di un gettone oppure far si che si possano alterare i risultati ottenuti su uno o più dischi, sia nostri che dell’ avversario, fino ad attivare abilità. Una volta terminate tutte le azioni disponibili, se nessuno è caduto, si potrà avviare un nuovo round di combattimento oppure darsi alla fuga.

Ogni volta che completeremo con successo una prova, un’ esplorazione o un combattimento guadagneremo la relativa carta come trofeo, salvo determinate condizioni che ci faranno scartare la carta. I trofei guadagnati si potranno spendere per acquisire le abilità che abbiamo in mano rendendole attive e permanenti. Perciò sarà necessario riuscire a portare a termine più incarichi possibile in modo da potenziare al meglio il nostro personaggio.

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Una volta terminate le azioni di tutti i giocatori un apposito segnalino storia avanzerà lungo una linea temporale, composta di 12 spazi che sanciranno l’ avanzare dei round di gioco. Quando il segnalino raggiungerà determinati spazi verranno riattivati tutti gli incarichi esauriti oppure verrà rivelata una carta storia inerente lo scenario di gioco, la quale attiverà diverse condizioni, fino ad arrivare alla parte clou della partita in corso. Inoltre una volta esauriti i 12 round inizierà un nuovo atto, composto anch’ esso da 12 round durante il quale i nemici diventeranno “elite”, aggiungendo così un nuovo gettone di combattimento alla propria dotazione rendendo gli scontri più ardui.

Runebound, nella versione base, propone due scenari, due storie che ci vedranno affrontare delle temibili minacce. Perciò bisognerà tenere a mente cosa incontreremo e quali condizioni saranno necessarie per avere la meglio sul cattivone di turno.

In estrema sintesi questo è quanto accadrà al tavolo. Ci si muove, si esplora e si potenziano gli eroi in vista del secondo e ben più impegnativo atto.

I materiali sono di buona fattura. La plancia di gioco ripropone tutti i punti cardini di Terrinoth e la grafica è molto piacevole. Le carte sono telate e con una buona iconografia. I testi sono ben leggibili. Le miniature, 6 per gli eroi di base, sono nella media ma nulla da gridare al miracolo ecco.

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Veniamo al dunque

Tirando le somme, Runebound è un gioco da avere nella propria collezione?

Il gioco ha fascino, lo ammetto. Mi piace molto la parte esplorativa e adoro il nuovo combat-system ( vi ricordo che sto parlando della terza edizione ). Ci sono però diverse cose che mi hanno fatto storcere il naso.

Mi sarebbe piaciuta più immersione narrativa. È vero che è ben presente un incipt degli eventi e che le carte propongano testi atti ad avvolgere il giocatore all’ interno dell’ ambientazione ma tutto sommato siamo sempre ai minimi termini. Mentre si gioca tutti gli aspetti legati alla storia si perdono tra token e lanci di dadi e l’ unica cosa che rimane bene in mente è la condizione necessaria per riuscire a battere il boss di turno, anche perchè le varie carte narrano specificatamente ciò che incontreremo durante le nostre quest e solo le carte storia, in modo molto minimale, avranno il compito di arricchire la story-line. Troppo risicato direi per un gioco dove ambientazione e storia dovrebbero giocare un ruolo fondamentale. Non parliamo certo di un gioco story-driven ma una tale ambientazione avrebbe brillato maggiormente se corredata da dettagli ben più corposi.

Riferendomi alla scatola base due scenari sono troppo poco. Runebound è un gioco che per essere goduto a pieno necessita assolutamente di essere arricchito grazie alle espansioni, di cui soltanto due delle quattro in commercio aggiungono nuovi scenari portando il tutto ad un totale di quattro situazioni disponibili.

C’è anche da dire che il primo scenario è piuttosto semplice, una sorta di introduttivo dove anche senza raccogliere ciò che sarebbe necessario per portarsi a casa la vittoria si riesce tranquillamente a concludere il tutto in scioltezza.

Inoltre avrei gradito che almeno per i boss di ogni scenario fosse stata inserita la relativa miniatura. Combattere un imponente drago raffigurato da un misero token di cartone non dona epicità, anzi la smorza. Non pretendo miniature per ogni nemico, ma cavolo, una per scenario poteva essere inserita o almeno prevedere un cartonato su stand, che sarebbe stato in qualche modo più scenografico.

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Concludo con una riflessione. L’ esplorazione è tutto e girovagare per Terrinoth è veramente gradevole, non ci piove, ma un giocatore più smaliziato e meno avvezzo a farsi trasportare dal concept del prodotto potrebbe tranquillamente battere in maniera ciclica un’ area ben definita al fine di potenziarsi il più possibile senza doversi spostare in lungo e in largo.

Vale la pena?

Devo dire che alla fine il gioco mi è piaciuto, con delle riserve ma mi è piaciuto. Non è di certo una delle mie prime scelte ma al tavolo fa una buona figura, le regole si assimilano in pochi minuti e la fase esplorativa è ben realizzata e soddisfacente, come lo sono i combattimenti. Runebound gode anche di una buona scalabilità: già in due il gioco gira molto bene e non ho trovato troppi inghippi scalando fino a quattro, se non qualche tempo morto di troppo dovuto all’ attesa della risoluzione dei combattimenti.

Ripeto che se avete intenzione di renderlo vostro valutate fin da subito l’ acquisto delle espansioni, e in particolare Nella tela del Ragno e La Caduta della Stella Nera, in modo da avere tutti gli scenari a disposizione e un pool di 10 eroi in totale tra cui scegliere. Inoltre tenete a mente che ogni partita si attesta tra le due e le tre ore, dipende da quanti sedete intorno la tavolo.

In commercio c’è un’ altra espansione, forse la più succosa, che non è stata tradotta in italiano e che non lo sarà mai, almeno per come stanno le cose.

Questa espansione, dal titolo di Unbreakable Bonds, migliora e perfeziona il gioco, aggiungendo anche la modalità collaborativa e il solo-mode, oltre a 5 nuovi scenari, nuovi assets e due eroi.

Tanta carne al fuoco e ho intenzione di entrarne in possesso – anche se non amo molto i “mischioni” italiano-inglese ma in questo caso non credo ci sia altra scelta – in quanto sono molto curioso di provare la modalità cooperativa che credo aggiunga quel qualcosa di magico che oggi non riesce ad affiorare al tavolo.

Augh.

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