Gloomhaven, Il re dei boardgame?
Ricordate, Gloomhaven non è un semplice gioco, ma una vera e propria esperienza, diversa da qualsiasi cosa abbiate mai giocato finora!
Gloomhaven. Gioco del secolo o forse no?
Con una prima posizione in classifica su Boardgamegeek già da un bel pò, due campagne kickstarter una più fortunata dell’altra (quasi 400.000 $ la prima e ben 4.000.000 $ la seconda), una quarta ristampa uscita or ora ma soprattutto grazie ai numerosi premi ricevuti e a un riscontro incredibile da parte degli utenti, Gloomhaven è sicuramente stato e continua ad esserlo, la più importante rivelazione ludica degli ultimi anni. In base alla nostra esperienza di gioco, vediamo se secondo noi merita effettivamente le luci della ribalta.
Precisiamo fin da subito che questa non vuole essere assolutamente una recensione del gioco sia chiaro, ce ne sono moltissime in giro per il web, alcune anche molto interessanti ed esaustive, quindi ci limiteremo, anzi proveremo, a capire quello che ci è piaciuto, quello che non ci è piaciuto, quello che, ragionando da designer avremmo realizzato diversamente e a chi è rivolto, secondo noi, questo enorme “monolite nero” di Cephalofair Games.
Che tipo di gioco è?
Gloomhaven (GH da adesso per gli anni a venire) spesso viene etichettato come un dungeon crawler…niente di più sbagliato. Ci sono si delle miniature da muovere su una mappa, mostri da sconfiggere e tesori (razionati col contagocce) da trafugare, ma le analogie con un classico “divora sotterranei” si fermano qui.
Ma allora cos’è GH? In quale categoria si colloca rispetto a prodotti simili? Secondo la nostra esperienza, dopo più di 30 partite all’attivo, possiamo dire onestamente, che il gioco in questione si divide tra due anime ben distinte, una strategica e una molto più vicina a quello che può essere considerato un gioco di ruolo cartaceo. Il tutto poi, è ben amalgamato da una componente legacy, per come vuole la tradizione, fatta di scatoline e buste da aprire al raggiungimento di determinate condizioni in game, adesivi da applicare permanentemente su vari componenti di gioco e così via. Vediamo un pò più nel dettaglio.
La componente strategica…
In GH controlleremo vari personaggi con classi molto diverse tra loro che, e questo è uno degli aspetti positivi che ho riscontrato, esulano dai classici del genere. Ne avremo certo alcuni più votati agli scontri corpo a corpo, altri alla magia, altri ancora nell’utilizzare evocazione e così via, ma tutto è gestito in maniera unica, originale e completamente personalizzabile.
Grazie un mazzo di carte unico per ogni personaggio, potremo effettuare varie azioni che non saranno solamente il solito muoversi, attaccare o utilizzare un dato oggetto. Avremo invece a disposizione una vasta scelta di azioni principali, alle quali spesso, ne sono abbinate altre secondarie, che combinate insieme vi daranno la possibilità di innescare combo veramente devastanti ed estremamente soddisfacenti.
Ogni turno avremo a disposizione due carte da utilizzare, ogni carta ha due azioni distinte, una in basso e una in alto, di conseguenza dovremo sceglierne una in alto e dell’altra quella in basso o viceversa.
Grazie inoltre all’utilizzo degli elementi che verranno generati in particolari condizioni, potremo usufruire di versioni più potenti di una determinata azione.
Questa è la meccanica principale del gioco, che in realtà ricorda molto quella di Mage Knight, altra pietra miliare del panorama ludico/analogico.
Non ci sono dadi che possano minare una strategia ben pianificata e attuata, bensì avremo un mazzetto di carte con vari modificatori, anch’esso personalizzabile e differente da personaggio a personaggio.
Anche questa è una bella trovata, perché è vero che tale mazzo è coperto e mischiato di volta in volta, quindi non si sa con precisione cosa uscirà fuori, però, proprio perché è completamente personalizzabile in base a come si vuol giocare o a come si vuole far progredire il proprio PG, si può facilmente intuire, anche in base alle carte già pescate, quale sarà la prossima, e quindi regolarsi di conseguenza.
Ci sono molte altre questioni che sarebbero da sviscerare riguardo la parte di gioco vera e propria, come la gestione dei mostri ad esempio, i quali hanno una loro scheda personale con le varie statistiche e abilità, questo sia si tratti di mostri normali o elite, con indicati addirittura tutti i valori con una progressione del livello del mostro, da 0 a 9.
Detto questo, GH risulta quindi essere non un dungeon crawler, bensì più uno skirmish strategico, dove la tattica e la pianificazione, in base anche alle azioni intraprese dall’IA dei vari mostri, saranno fondamentali per portare a casa la pellaccia e terminare lo scenario vittoriosi.
Spesso ci siamo trovati a sconfiggere l’ultimo mostro, oppure a terminare lo scenario veramente sul filo del rasoio, addirittura proprio all’ultima azione disponibile, cosa questa che regala enormi soddisfazioni.
Ogni volta che gioco, la sensazione che più che prevale è quella di giocare una partita a scacchi.
…e quella ruolistica
Anche se in maniera meno marcata, la parte ruolistica e di gestione delle risorse se così vogliamo dire, è in ogni caso ben fatta e molto piacevole da giocare.
Prima di giocare ogni scenario, partiremo da Gloomhaven, la città in cui è ambientata la nostra avventura. Tutto parte da lì.
In città avremo la possibilità di effettuare varie azioni; far progredire il nostro personaggio al livello successivo, acquistare e vendere equipaggiamento, vivere delle avventure cittadine, migliorare il nostro mazzo azioni e molto altro.
In base a come verranno terminati alcuni scenari, in base a come risolveremo eventi cittadini, addirittura a seconda della classe o razza, potremo far prosperare la città di GH, facendola crescere, sbloccando achievement globali o esclusivi per il party corrente, che ci permetteranno di usufruire di vari servizi, come ad esempio la possibilità di acquistare materiale sempre più potente, modificare in un certo modo le nostre caratteristiche, sbloccare nuovi personaggi e così via.
Anche quando viaggeremo da GH verso la nostra prossima avventura (lo scenario scelto), saremo chiamati a risolvere, sempre pescati da un mazzo dedicato, incontri che ci potranno regalare preziosi punti esperienza, denaro, fama (utile per usufruire degli sconti al mercato, ad esempio), nonché avremo la possibilità di sbloccare anche scenari e luoghi finora sconosciuti.
Di quanto sopra descritto, ne sarà tenuta traccia su una mappa raffigurante GH e il mondo di gioco limitrofo, dove andremo ad annotare appunto la prosperità della città, i global achievement, e tutti i luoghi scoperti finora.
Per quanto riguarda invece la crescita dei personaggi, credo sia una tra la più profonde e complete che abbia mai trovato in gioco (esclusi ovviamente i giochi di ruolo).
Guadagnando punti esperienza, potremo progredire nei vari livelli (il level cap è fissato a 9), acquisendo di volta in volta nuove carte sempre più potenti da aggiungere al nostro mazzo personale, guadagneremo abilità chiamate perk, che ci permetteranno di personalizzare anche il mazzo dei modificatori, magari togliendo due -1 e aggiungendo un +2, per dire, o varie abilità utili al nostro PG.
Veramente la personalizzazione è totale e spesso, in base al tipo di scenario scelto, passerete diverso tempo a scegliere le giuste carte da utilizzare, anche in base al tipo e al numero di mostri presenti, cercando il giusto mix di abilità e combo per contrastare le abilità dei nemici.
Tutte le varie modifiche, esperienza, denaro, obiettivi personali e abilità dei PG, saranno annotati su una scheda personale a matita, come un vero gioco di ruolo.
E’ presente anche una scheda per il party corrente, dove saranno annotati i vari achievement, note varie e la fama, che potrà essere sia positiva ma anche negativa, cosa che influenzerà non solo gli acquisti al mercato ma molto altro.
Contro…
Ovviamente GH non è un gioco perfetto (ma chi può dire di esserlo in fondo?), vediamo dunque cosa ci è piaciuto e cosa no, iniziamo dagli aspetti negativi:
la prima cosa che subito balza all’occhio, per una produzione di questo calibro con un costo non certo contenuto, purtroppo è la qualità della componentistica, vera nota dolente di GH.
Diciamo subito che i componenti sono una marea è vero, però molti risultano essere di bassa qualità.Per le tiles dei dungeon ad esempio, poteva essere fatto un lavoro nettamente migliore, di fatto risultano completamente anonime, senza particolari, monocromatiche.
Inoltre a volte gli incastri non funzionano alla perfezione, andando a rovinare anche il cartone, di poca qualità, con cui sono realizzate.
Le miniature, che per un gioco così dovrebbero essere “importanti”, sono poco definite e spesso si notano anche le sbavature della chiusura degli stampi, essendo ormai abituati a ben altre produzioni famose.
Parlando sempre di componentistica, molti hanno criticato il fatto che i mostri siano rappresentati da figure in cartone. Io invece ritengo che, per la quantità delle tipologie presenti e la quantità dei mostri che si incontrano in ogni scenario (il numero varia a seconda se si gioca in due, tre o quattro giocatori), sono adeguati allo scopo.
Sarebbe stato veramente troppo costoso e poco proponibile utilizzare miniature in plastica.
Altra cosa che può rendere l’esperienza di gioco frustrante è la tempistica di set-up. Se non utilizzerete sistemi di stoccaggio e di organizzazione dei materiali adeguati, sia acquistabili (ce ne sono diversi in commercio, ndr) che realizzati da voi, rischierete che per intavolare il tutto, prima di poter giocare, possa trascorrere anche una bella mezz’ora comoda comoda.
E’ vero che trattasi di un gioco “elefantiaco” in ogni sua parte, però passare quasi un’ora tra set-up e rimettere nella scatola non è proprio il massimo, e se non ci si adopera personalmente, il sistema fornito dal gioco non è assolutamente sufficiente.
Gli scenari sono molti, una marea, però per la maggior parte l’obiettivo è sempre quello di eliminare tutti i nemici, cosa che, intendiamoci è sempre estremamente appagante ma potrebbe risultare alla lunga ripetitivo.
Credo che qualcosa in più, sotto questo punto di vista poteva essere fatto. Capisco anche che non è facile poter rendere ogni scenario “unico”, ce ne sono ben 95, senza contare quelli generati randomicamente utilizzando sempre due mazzi appositi.
Un’altra cosa che ho trovato un pò forzata, è il fatto che i soldi e gli equipaggiamenti trovati durante gli scenari non possono essere condivisi o scambiati. Se si vuole prendere un oggetto in possesso di un altro giocatore, quest’ultimo lo deve prima vendere al mercato per poter essere riacquistato dall’interessato: veramente ha poco senso secondo il nostro personale giudizio.
Ultimo aspetto, che non sarebbe proprio negativo ma va comunque segnalato, è rappresentato dalla lunghezza degli scenari. Sono lunghi, ci vuole tempo, non ve la caverete con poco. Ce ne sono di più o meno lunghi ma alcuni arrivano anche a oltre le 4 ore, magari a qualcuno possono sembrare, giustamente eccessivi.
…e pro!
Cosa c’e’ invece di positivo? Praticamente tutto!
Senza stare troppo a ragionare sui pro, se dovessi dire la prime cose che mi saltano in mente così di pancia, sono sicuramente la progressione del personaggio e il mistero che si cela dietro ai componenti “bloccati”.
Scoprire quale personaggio si nasconde dietro il proprio simbolo (ognuno ne ha uno univoco e identificativo), di quali abilità è munito oppure scegliere la prossima carta abilità cercando di combinarla con le altre per innescare combo sempre più efficaci, veramente mai come in questo caso…non ha prezzo.
Spesso abbiamo giocato scenari solamente per poter progredire e sbloccare quella carta che ci permetterà di combinarla con quell’altra, oppure cercare di ottenere perk per togliere quei maledetti modificatori negativi e sostituirli magari con un’abilità specifica.
Il tutto si incastra alla perfezione. Quello che farete durante lo scenario si ripercuoterà anche sul mondo e sulla gestione della città di Gloomhaven e viceversa.
Poi, ragionando più a mente fredda, la meccanica che regola il gioco vero e proprio, cioè la gestione del proprio mazzo abilità è veramente geniale ed implementata alla perfezione riducendo quasi a zero la casualità.
In Gloomhaven, il giocatore che conosce bene il proprio mazzo abilità, il proprio mazzo modificatori, le abilità e caratteristiche dei mostri, potrà letteralmente godere nel pianificare una strategia ben ragionata, senza grosse sorprese che possano vanificare i propri sforzi.
In effetti, ci si sente veramente padroni del proprio destino e delle proprie azioni, e questo non si trova spesso in un gioco, soprattutto in uno di questo genere.
Qualcuno ha criticato una crescita dei PG troppo lenta, io invece credo che sia molto gratificante, quando si passa di livello è sempre soddisfacente e ci si sente ripagati delle ore di gioco spese sui vari scenari.
Indubbiamente per altri giochi sarebbe invero troppo lenta, ma per GH ritengo sia perfettamente in linea con le meccaniche e il modo di approcciarsi al gioco.
Anche la mappa è molto bella, soprattutto quando altri luoghi e quindi scenari, si aggiungono di volta in volta.
Anche gli achievement globali sbloccati si aggiungono alla mappa, dando la reale sensazione che il modo cresca e si evolva in base al vostro operato, con personaggi che si evolvono, vanno in pensione e che di conseguenza ne nascano così di nuovi.
Di pro, ce ne sarebbero ancora molti ma preferiamo non parlarne per non svelare niente di inappropriato a chi ancora deve giocarlo.
Conclusioni
Dunque Gloomhaven merita o no il primo posto in classifica? Onestamente ce ne frega poco. In un gioco, quello che conta, è l’esperienza che ti ritorna indietro, a prescindere da freddi calcoli mentali o considerazioni ragionate.
Quello che sappiamo per certo, è che dopo aver fatto svariate partite con Gloomhaven, finora è il boardgame che abbiamo intavolato di più in assoluto, quello con cui abbiamo passato in assoluto più ore, quello che ancora adesso, a dispetto di una lunghezza importante di ogni singola partita, vogliamo giocare sempre e volentieri.
La scoperta progressiva del mondo e della storie che vi orbitano, pur non essendo un “capolavoro di narrativa”, rendono GH un’esperienza totale, completa, appagante e che di sicuro non vi deluderà, premesso che gli dedichiate la giusta attenzione.
Per quanto ci riguarda, per tutti i motivi elencati sopra, finora risulta effettivamente essere al primo posto tra i nostri giochi preferiti, se proprio vogliamo stilare una classifica, sempre che ce ne sia bisogno.
Naturalmente non è un gioco per tutti. GH richiede costanza, impegno e dedizione. Richiede un gruppo che ci giochi spesso, questo per poter seguire la storia non solo del mondo ma anche quella dei suoi personaggi, sia che siano quelli giocanti che quelli comprimari. E per fare questo, appunto dovrete dedicargli tempo, parecchio tempo, ma sia chiaro, è in assoluto il suo maggior punto di forza.
Consideratelo come se doveste giocare una campagna a D&D duratura nel tempo.
Sappiamo che è in lavorazione una espansione, che però, dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe ancora lontana.
E’ però da poco uscita la notizia da parte di Asmodee, che uscirà una versione completamente tradotta in italiano. Questa è una notizia positiva anche perché di testo in game ce n’è veramente tanto e tra gli scenari, le carte e altro, per chi non mastica molto l’inglese, l’esperienza può risultare frustrante e deludente.
Ora in realtà, in rete si trova praticamente tutto il materiale tradotto (ringraziamo per questo gli autori), che potrete scaricare liberamente, per cui non avete più scuse.
Giusto per onor di cronaca, è previsto per questi primi mesi del 2019, anche un gioco per PC ufficiale distribuito su STEAM, oltre a poterlo già giocare, come mod su Tabletop Simulator.
Noi preferiamo di gran lunga la versione originale analogica, ma può essere utile per capire se possa essere un gioco adatto a voi.
“Ricordate, Gloomhaven non è un semplice gioco, ma una vera e propria esperienza, diversa da qualsiasi cosa abbiate mai giocato finora”.