Dragon Quest XI: Echi di un gioco meraviglioso
Dragon Quest XI è uno dei migliori JRPG sul mercato, anzi, insieme a Xenoblade Chronicles, è il maggiore esponente del genere degli ultimi anni.
L’ undicesimo capitolo
Questa non sarà un vera e propria recensione. Non ho intenzione di stare ad analizzare il gioco in tutti i suoi aspetti tecnici e non tecnici. Quello che vorrei invece trasmettervi è quanto questo videogame sia di assoluto spessore ed importanza.
Dragon Quest XI: Echi di un’ Era Perduta, ultimo capitolo della celebre saga che ha visto i natali nel 1986 e cha ha gettato le basi del genere, catapulta il giocatore in un turbinio di eventi, mantenendo ben saldo quello che Dragon Quest rappresenta per tutti i suoi estimatori : carattere, follia e tradizione.
Il tocco di Toriyama è sempre ben visibile e il coloratissimo mondo di DQ è più vivo e convincente che mai. Niente combatttimenti in tempo reale. Turni su turni, corredati da un’ attento utilizzo delle abilità del party. Un mondo di gioco vasto ma non enorme, ben bilanciato in termini di kilomentri di pixel.
Erdrea, questo il nome del continente in cui prenderà forma la nostra avventura, è classicamente diviso in regioni, ognuna con la sua peculiarità. Perciò attraverseremo rigogliose foreste, umide paludi, afosi deserti e gelide montagne. Solcheremo i mari e visiteremo rigogliose città, e anche in questo caso ognuna avrà le proprie particolarità scimmiottando città realmente esistenti come ad esempio Venezia o Santorini.
Ma ciò che rende DQ unico è il suo modo di raccontare la storia e farla vivere al videogiocatore. Nonostante sul mondo penda una minaccia non di certo trascurabile, i personaggi principali riescono, grazie al loro modo di fare, a sdrammatizzare sempre il tutto, non banalizzandolo ma donando all’ incipt narrativo quel modo scansonato e piacevolmente manga che permette di affronatre ogni situazione con il sorriso.
Un’ attenta caratterizzazione riesce fin da subito a coinvolgere ed è difficile staccarsi dal pad. E come per ogni Dragon Quest, nonostante tutto all’ inizio sembri piuttosto facile, nel proseguo della storia, inizeremo a scontrarci con temibili nemici.
Ed è in questi casi che viene fuori tutta l’anima strategica e gestionale del titolo. Ora, pesate bene i termini che ho appena utilizzato: per strategia e gestione intendo il conoscere benissimo il proprio party, saper gestire al meglio lo schieramenteo iniziale e quali riserve far intervenire al momento giusto in modo da applicare i dovuti effetti alla battaglia.
Geierrepiggì al cubo
Parliamo di un GDR pertanto il saper utilizzare al meglio tutti i personaggi in nostro possesso sarà la chiave di volta per raggiungere l’ endgame. E nonostante alcune classi si assomiglino ognuna avrà delle piccole differenze che le renderanno a loro modo uniche ed essenziali. Ci troveremo a spendere molto tempo nel combattere mostri al solo fine di salire di livello, acquisire nuove abilità e sbloccarne altrettante all’ interno dei vari rami di potenziamento disponibili per ogni personaggio. Molto altro tempo lo impiegheremo nel raccogliere oggetti e leggere libri in modo da acquisire materiali e conoscenze atte alla costruzione di equipaggiamenti sempre più forti. Nulla di nuovo ma tutto è implementato alla perfezione e anche il solo forgiare una nuova armatura richiede una buona padronanza del processo.
Spendo anche due parole nel ricordare di quanto sia eccezionale il design dei mostri. Chi conosce la serie troverà fin da subito familiare la stragrande maggioranza dei nemici ed anche in questo caso la tradizione è stata mantenuta ben salda. Aggiungete al surreale design anche un’ animazione deliziosa e voilà… vi troverete a combattere nemici su nemici sempre con un sorriso ebete ben stampato in faccia e molte volte vi dispiacerà anche abbattere determinati mostri in quanto sono talmente carini e coccolosi che potrebbero venirvi i sensi di colpa.
Vogliamo parlare poi della colonna sonora? Non appena installato, durante il filmato introduttivo, alle prime note della main-track ad opera della Tokio Metropolitan Symphony Orchestra ho avuto i brivivi, brividi veri.
Anche sul fronte sonoro la coerenza è tutto. Ogni singolo effetto, suono, jingle e musica mantiene saldo lo spirto di Dragon Quest. Non una volta che ci sia una traccia fuori posto o poco ispirata. Un lavoro egregio. Non parliamo poi del campione 8bit dei passi utilizzato nella schermata di caricamento quando i nostri eroi si spostano tra livelli verticali… un colpo al cuore!
Non ultimi i messaggi che il gioco vuole lanciare. Sentimenti ed emozioni sprizzano da ogni poligono : fiducia, amicizia, tenacia, integrazione, rispetto. Un minestrone bel bilanciato con quel pizzico di sale in più aggiunto dalle varie situazioni di gioco che esalta ogni singolo ingrediente.
In questa produzione c’ è amore e lo si avverte in ogni piccolo dettaglio.
Dragon Quest XI è uno dei migliori JRPG sul mercato, anzi, insieme a Xenoblade Chronicles, è il maggiore esponente del genere degli ultimi anni. L’ unico neo del titolo è che proprio a causa della sua fortissima caratterizzazione potrebbe rimanere stucchevole a chi non ama lo stile cartoon, le follie japan-style e l’ estremizzazione di alcuni aspetti caratteristici dell’ immaginario del Sol Levante.
Mi fermo qui, non credo sia necessario spendere altre parole. Ci tengo soltanto a rimarcare nuovamente che questo gioco è l’ esempio lampante di come non sempre sia necessario rinnovarsi in tutto e per tutto quando è possibile sfruttare i punti di forza di un titolo, rinfrescarli e riproporli all ‘interno di un canovaccio ben consolidato e dal forte impatto che un brand come DQ non può non valorizzare al meglio.
In un panorama videoludico dove imperano termini come action, tempo reale,open world e multiplayer, Dragon Quest XI si pone come un gioco fuori dal tempo ma che riesce comunque a spiccare dalla massa in quanto estremamente credibile e coinvolgente.
E ora vi chiedo vi chiedo aiuto… non riesco a togliermi dalla testa la traccia audio principale ….
ta ta ra-tta ta ta ta taaaaaaaaaaa
ta ta taaaa tà
ta ta ta tà