Warhammer: Vermintide 2 – La nostra recensione
In definitiva siamo di fronte a un buonissimo titolo, tecnicamente valido e forte di un immaginario fantasy-dark di non poco spessore.
Martelli da guerra FPS 2
Ed eccoci qui a parlarvi di Warhammer: Vermintide 2, secondo capitolo di questo FPS fantasy collaborativo a brand Warhammer, sviluppato da Fatshark.
La nostra prova è sulla recente versione rilasciata su Playstation 4.
Senza stare a arrotolarsi troppo in dettagli narrativi di contorno, tanto è immenso l’ universo di Warhammer, basta sapere che Vermintide 2 riprende da dove il primo capitolo finisce. Dopo la caduta di Ubersreik i nostri eroi sono stati catturati e imprigionati. Starà a noi, nel tutorial di gioco, uscire dalle prigioni e riunire il gruppo in modo da organizzare nuovamente l’ offensiva contro i nemici usurpatori.
Warhammer: Vermintide 2 prende pari pari il sistema di controllo del predecessore includendo abilità passive, perk sbloccabili e successivamente liberamente selezionabili a seconda delle esigenze e in più aggiunge un’ abilità speciale, unica per ogni personaggio.
Le classi dalle quali scegliere sono mercenario, ranger, mago e cacciatore di streghe ma il bello è che guadagnando esperienza sul campo potremo evolvere ogni classe padre in altrettante sotto classi, fino a raggiungere la nostra build preferita. Le due classi extra per personaggio permettono infatti di poter equipaggiare differenti oggetti e armi, oltre che variare l’ aspetto estetico del PG.
Nel nome di Sigmar
Il gameplay è il classico “avanza,tritura,resisiti”. Nel nostro incedere nella campagna principale saremo sempre spalleggiati da 3 compagni, sia reali oppure bot, e ci troveremo a falciare centinaia e centinaia di rozzi e puzzolenti Skaven supportati dalle orde del Caos attreverso i 13 stage della storia principale.
I nemici ora sono più vari ed avremo a che fare con immonde bestie di diverso tipo come la Progenie del Caos, i Troll della Bile, gli Abomini del Caos, Rattiogre e molto altro compresi mini-boss e boss veri e propri.
Il gioco scorre fluidamente anche se molto spesso, nelle situazioni più affollate e concitate, si tende a perdere il senso del chi stia facendo cosa. Anche a livello di level design siamo di fronte a mappe piuttosto articolate, specialmete quando ci troveremo all’ interno di villaggi o fortezze. C’è però da dire che a volte si fatica un pò a capire quale sia la strada giusta da seguire e ci si può ritrovare smarriti mentre da dietro tornano ad incalzare a testa bassa decine di Skaven.
L’ hub di gioco, o meglio la fortezza di Helmgart, è ben organizzato e permette di godere dei premi ricevuti per avere finito uno stage in determinate condizioni, oltre che organizzare il party prima della prossima sfida. Stavolta i premi saranno delle casse che conterranno materiale più o meno prezioso a seconda se abbiamo soddisfatto alcuni requisiti. Inoltre ci saranno doni da riscuotere se si riusciranno a portare a termini eventi e sfide. Tutto è facilmente accessibile, come è facilmente accessibile anche il menù di equipaggiamento e la personalizzazione del PG.
Graficamente il gioco è molto piacevole anche se si passa da luoghi molto evocativi a stage più banali e poco ispirati. I poligoni sono comunque ben modellati e animati e gli asset sono molto variegati. Il gioco è crudo e brutale, come Warhammer vuole, e non sono state risparmiate decapitazioni e menomazioni varie. Tra fiumi di sangue e cadaveri smembrati attraverseremo foreste, estesi campi coltivati, montagne innevate, fortezze e villaggi con sviluppo degli stage sia in orizzonatale che in vericale. I giochi di luce e gli effetti particellari sono di buona qualità anche se il modello di gameplay proposto non permette di certo di rimanere a guardare i dettagli più da tanto prima che i nemici tornino ad assalirci.
L’ IA non è ai massimi livelli, anzi tutti i nemici tenderanno a fiondarsi su di noi senza pensarci più di tanto. C’è di bello che ad ogni nuova partita il flusso delle ondate dei nemici e la posizione dei mini-boss cambierà, rendendo comunque ogni partita unica a suo modo. Immancabile il loot all’ interno dei livelli che ci permetterà di guadagnare oggetti utili alla creazione o all’ upgrade del nostro equipaggiamento.
Eravamo 4 amici ad Helmgart
La vera forza di Vermintide 2 però risiede nel suo comparto multiplayer. È vero che il giocoè godibilissimo anche in solitaria ma insieme a dei compagni reali il divertimento raddoppia. Anche creando team casuali si riesce comunque a divertirsi, molto più che con i bot che comunque sia fanno il loro porco dovere. Il matchmaking è veloce e in pochi attimi avremo già dei compagni pronti a darci man forte. Aggiungete poi diversi livelli di difficoltà selezionabili ed ecco a voi servite diverse decine di ore di gioco.
Ecco appunto, i livelli di difficoltà …
Per godere a pieno della cooperazione sarà necessario affrontare il gioco a livelli di difficoltà più elevati in quanto, a livello “recluta”, nessuno si preoccuperà di spalleggiare l’altro e ci ritroveremo ad affrontare un’ egoistica corsa a che arriverà per primo a quella determinata pozione o a quel determinato loot.
Ho giocato la Ultimate Edition che aggiunge anche due DLC, altrimenti a pagamento: Shadows over Bögenhafen ( cari ruolisti pen & paper vi dice nulla? ,ndr ) e Back to Ubersreik. I dlc rispettivamente propongono 2 nuove stage e tre nuovi incarichi ma tutto sommato non è che aggiungano chissà quanta carne al fuoco.
Peccato che la parte narrativa sia piuttosto esigua e fumosa. Gli eventi sono poco approfonditi e nonostante sia presente anche un riassunto di quanto accaduto nel primo capitolo non si ha mai la sensazione di stare a giocare una storia complessa e fascinosa come ci si aspetterebbe invece da un titolo a brand Warhammer.
In definitiva siamo di fronte a un buonissimo titolo, tecnicamente valido e forte di un immaginario fantasy-dark di non poco spessore. I paragoni con giochi come Left 4 Dead sono inevitabili anche perchè la formula di gioco è la medesima. Pertanto sappiate che dopo 2/3 run potrebbe assalirvi la noia dovuta alla ripetitività a meno che non vi buttiate nell’ approfondire altre classi sperimentando così diversi stili di combattimento e ruolo all’ interno del party.
Augh.
Che dire, non è proprio il mio genere.
Prendere una ambientazione con una ampissima componente di storia alle spalle e farne uno sparatutto, non mi garba. Mi da la stessa sensazione di farmi pilotare un robottone e mettermi una barra della vita del cazzo invece di un modello di danneggiamento a sezioni: perchè scomodare un robot a questo punto? Fammi usare direttamente un personaggio umano, perchè tanto con la barra di energia la sensazione che mi dai è la medesima.
Non ci fosse di mezzo Warhammer ma una ambientazione inventata così, giusto come pretesto per un tritatutto fantasy in prima persona, mi avrebbe interessato di più.
In tutta sincerità ammetto che il mood di Warhammer Fantasy si avverte, anche se poi a livello di storia siamo proprio all’ osso.