Archon: The Light and the Dark, pietra miliare del C64 e dei videogames in generale.
L’ eterna lotta tra luce e oscurità
Ancora Commodore 64. Stavolta parlerò di Archon: The Light and The Dark, gioco che mi ha fatto letteralmente impazzire ( di gioia ) e che ancora oggi gioco sovente ( ce l’ ho anche su smartphone, ndr ).
Archon è qualcosa che riesce a far convivere strategia e azione in maniera perfetta: prendete gli scacchi, sostituite le classiche pedine con delle figure di stampo fantasy e quando si scontreranno l’ esito sarà deciso da una fase action in arena dove ogni duellante avrà le proprie peculiarità.
Il gioco fu sviluppato da Free Fall Associates e pubblicato da Electronic Arts nel 1983 su diverse piattaforme ma io me lo sono spupazzato alla grandissima su Commodore 64 e mi sento di affermare che è un capitolo importantissimo nell’ evoluzione dei videogiochi.
Parliamo di un titolo graficamente grezzo ma con un gameplay e un design delizioso.
Scacco al mago, per così dire
L’ universo fantasy è variegato e ben organizzato. Avremo goblin, cavalieri, arcieri, valchirie, banshee, troll, fenici, manticore, basilischi, dragoni, maghi, streghe, golem e altro ancora.
Ci saranno “pedine” d’ avanguardia votate al corpo a corpo, pedine con attacchi ranged, pedine in grado di volare e quindi di scavalcare gli altri pezzi sulla scacchiera, altre in grado di lanciare magie, attivare barriere di fuoco oppure tramutarsi in altri pezzi. Inoltre in campo verrà messa in scena l’ eterna lotta tra luce e oscurità, tra il bene e il male. Dai.. cosa volere di più?
Oltre che preoccuparsi degli scontri bisognerà anche tenere d’ occhio la scacchiera in quanto in base ad una sorta di ciclo giorno/notte varierà nell’ aspetto fornendo condizioni più o meno favorevoli. Eh già… in Archon quando ci troveremo su una spazio che rappresenta il nostro allineamento allora avremo dei bonus in combattimento, e non è cosa da poco.
Inoltre altra trovata molto intelligente è che alla fine di uno scontro il vincitore vedrà i suoi punti ferita diminuiti in base a quanto subito durante il duello. Pertanto bisognerà anche tenere conto della propria situazione in campo in base all’ esito di ogni singolo scontro.
In Archon si può vincere in due modi: falciando senza cuore tutta la brigada avversaria oppure controllando cinque precisi punti della schacchiera e non va dato per scontato che scegliere una fazione rispetto ad un’ altra sia la stessa cosa. È vero che Luce e Oscurità hanno abilità piuttosto speculari, riferite alle singole tipologie di combattenti, ma ogni classe o razza ha delle piccole differenze che bisogna saper padroneggiare sia sulla scacchiera sia in arena per avere la meglio.
Come detto in precedenza il gioco è piuttosto rozzo graficamente, come è molto minimale anche a livello audio, ma parliamo sempre di un gioco del 1983 che poi Joystick alla mano risulta essere un gioiello di gameplay e design.
Naturalmente Archon prevede il multiplayer e quale modo migliore può esserci se non sfidarsi a scacchi brandendo mazze o esplodendo in una devastante fiammata ?
C’è da dire che il meglio viene fuori proprio nelle sfide tra giocatori in carne ed ossa in quanto contro la CPU, dopo qualche partita, si vincerà piuttosto facilmente non appena avremo ben chiaro quali pezzi hanno vantaggi maggiori a seconda dell’ avverasario.
Archon è tra i miei videogames preferiti di sempre. Non riesco a non lodarlo e a non parlarne come c’è occasione.
Archon va oltre il classico, Archon è geniale.
Un’ assoluta gemma preziosa che va conservata e tramandata.
Augh.
Non lo conoscevo. Questo meriterebbe un remake, di quelli senza esagerare: grafica, sonoro e qualche aggiunta al gameplay dove opportuno (e per opportuno intendo quelle cose che magari avrebbero voluto mettere ma che all’epoca la tecnologia non permetteva).
Hanno già provato a ” lustrarlo “, aggiungendo anche una modalità conquista, ma con risultati non proprio gradevoli.