Reef – Architetti di barriere coralline in 3D
Facile da giocare e, iniziando a comprenderlo, adeguatamente complesso da padroneggiare grazie al suo svilupparsi in altezza
Astratto tropicale
Finalmente abbiamo potuto mettere le mani su Reef, gioco da 2 a 4 giocatori del designer Emerson Matsuuchi, pubblicato da Next Move e portato in edizione italiana da Ghenos Games.
Reef è un astratto che ci vedrà impegnati nel riuscire a dare vita al più sfavillante e complesso reef che si sia mai visto, almeno al tavolo.
Parto subito con il dire che la vera forza di Reef è la sua semplicità. Una volta aperta la scatola di gioco ci troveremo tra le mani un manuale di quattro pagine dove, in modo sitentico e ben organizzato, verrà descritto il flusso di gioco.
Il gameplay stesso, essendo un gioco targato 8+, ha turni rapidi e molto veloci.
Immergiamoci…
Il set up prevede che venga distribuita una plancia per giocatore, sistemate le 4 riserve di coralli ( che hanno 4 forme e colori differenti), distribuiti 3 gettoni da 1 punto ad ogni giocatore insieme a 4 coralli, uno per colore, e infine posizionato al centro il mazzo di pesca a faccia in su, dal quale tre carte saranno già messe a disposizione dei giocatori. Ogni giocatore posizionerà i 4 coralli come meglio crede nella sua plancia ed ecco che saremo pronti a tuffarci in mare.
Ad ogni turno ogni giocatore potrà effettuare una delle due azioni disponibili ovvero pescare una carta oppure giocare una carta. Se si pesca una carta la si aggiunge alla propria mano ( massimo 4 carte ).
La pesca avviene in due modi:
si potrà prendere una carta gratuitamente scegliendo una delle tre messe a disposizione, rimpolpando subito il pool con la prima carta in cima al mazzo, oppure, spendendo un punto, si potrà prendere direttamente la carta in cima al mazzo. Il punto speso andrà poi posizionato sulla carta, tra le tre disponibili a terra, con il punteggio carta più basso.
Se invece si deciderà di giocare una carta si prenderanno coralli dalle riserve come descritto sulla carta stessa e si posizioneranno sulla plancia. Ed è qui che le nostre strategie architettoniche prenderanno forma. Ogni carta, oltre ai coralli da poter acquisire e posizionare, riporta anche una specifica forma. Dopo aver posizionato i pezzi si verifica se la forma riportata sulla carta è presente sulla plancia. Se presente si incasseranno i punti relativi alla composizione.
Va tenuto conto che una composizione potrà essere risolta in ogni direzione, l’ importante è che rispetti la forma base, e si potrà anche ripetere più volte, facendo guadagnare molti più punti. A tal pro è necessario che nessun pezzo di ogni composizione sia condiviso.
Ciò che mette pepe al gioco è la possibilità di impilare i coralli formando colonne da massimo 4 pezzi. Si terrà sempre conto del colore del corallo che si trova in cima. Diverse carte riportano condizioni di costruzione specifiche che richiedono altezze specifiche affinchè la forma sia considerata valida.
Il gioco finisce quando una delle riserve dei coralli è terminata. Si conteranno i punti ottenuti e voilà.
Ecco, questo è quello che ci troveremo a fare in Reef.
4 coralli, in fila per 3 con il resto di uno
Come già detto Reef è un gioco semplice e immediato. Facile da giocare e, iniziando a comprenderlo, adeguatamente complesso da padroneggiare grazie al suo svilupparsi in altezza. Anche se non serviranno chissà quali pianificazioni spesso ci troveremo con il dilemma di quale pezzo di corallo sacrificare al fine di posizionarne di nuovi, sperando che il nostro sacrificio non ci faccia poi imprecare silenziosamente a causa di una futuro incastro mancato.
I materiali sono di sicurio impatto. Reef al tavolo fa la sua porca figura pur non sfoggiando chissà quale complessità estetica. I coralli, di plastica dura e belli spessi, una volta che iniziano a popolare le plance danno la sensazione di un piccolo ecosistema che sta pian pianino crescendo.
Mi è piaciuta molto la meccanica di dover sempre valutare le forme guardando la plancia dall’ alto e ho trovato però meno gradevole la totale mancanza di interazione al tavolo.
Va sempre tenuto conto che è un titolo che si rivolge sia ad un pubblico più piccolo sia ad un pubblico adulto. Pertanto non c’è da aspettarsi chissà quale profondità ma nonostante tutto si gioca con molto piacere e si può proporre a qualsiasi tipo di persona che vi troverete davanti.
Personalmente adoro i giochi che hanno la virtù di essere proposti in ogni ambito. Non nascondiamolo: fa sempre piacere iniziare qualcuno al gioco da tavolo e Reef è uno di quei titoli che possono tranquillamente essere sfoderati a fine cena anche se davanti a voi avete persone che non hanno mai maneggiato dadi se non quelli per il brodo.
In tutta sincerità abbiamo giocato Reef e ci ha soddisfatto. È un gioco che non ti fa di certo scornare e impegna il giusto tenendo i giocatori al tavolo per circa una quarantina di minuti a partita. Data la sua natura colorata e il suo setup immediato è il classico gioco da intavolare in momenti rilassati, mentre si si scambiano quattro chiacchiere, si sorseggia una buona bibita e ci si interroga su quesiti futili tipo il perchè The Walking Dead abbia fatto una fine tanto indecorosa.
Vale la pena acquistarlo ? Se vi piacciono gli astratti e state cercando un family game in grado di tenervi impegnati al tavolo senza fondervi le meningi allora questo gioco fa sicuramente per voi. Altrimenti se cercate un pizzico si strategia in più e con meno alea allora farete meglio a dirigervi verso altri lidi senza barriere coralline.