The NewZealand Story – Un piccolo kiwi che ha fatto storia
Un gioco che ha carattere in ogni aspetto e che propone un buon livello di sfida. Un cupido che innamora grazie al suo stile befferdamente innocente.
La Nuova Zelanda… quella pixelosa
The NewZealand Story… quanti ricordi legati legati a questo titolo, troppi e anche piuttosto importanti e intimi ( parlo per me naturalmente ).
Il gioco del piccolo kiwi giallo fece la sua comparsa nel 1988 ad opera di Taito e me ne innamorai non appena lo vidi in sala giochi.
Ero sempre nei pressi del cabinato ma il gruppo stabile di prepotenti diciassettenni che ristagnavano in loco non mi permetteva mai di giocarci, se non in alcuni piccoli frangenti dovuti alla commistione di diverse casualità, come la passerella di un gruppo di ragazzine che faceva esplodere il testosterone degli stanziali al di sopra dei livelli di allerta spostando così il gruppo al di fuori del locale .
In questi casi avevo la possibilità di provare The NewZealand Story, di rimanere vittima della sua gravità e dei suoi dolci e pericolosissimi mondi.
Poi venne il giorno in cui il gioco approdò sui sistemi casalinghi grazie ad Ocean ed ecco comparire nelle mie mani il floppy per Amiga 500. La conversione era ottima e quindi l’ immersione totale in questo gioco fu d’ obbligo ( il gioco approdò anche su C64, ZX Spectrum, Mega Drive, NES, Master System, Pc Engine, Sharp X68000 ).
Tutti i canoni furono rispettati e il titolo risultava fedele alla controparte arcade, dalle musiche al pool e al posizionamento dei nemici fino al level design e la progressione degli stessi, con tanto di segreti ( i warp … i warp, ndr ).
Tiki, il nostro piccolo grande eroe
Il gioco, per chi ne fosse veramente a digiuno, narra le gesta di un piccolo kiwi di nome Tiki che si lancerà nella prode impresa di liberare tutti i suoi simili che sono stati catturati dal perfido tricheco Wally Walrus e disseminati per diversi luoghi dell’ arcipelago.
Ma come notoriamente tutti sanno i kiwi non sanno volare e intorno a questo si concentra tutto il fulcro del gameplay. Avremo la possibilità di saltare, di sbattere le ali per qualche secondo in modo da calibrare o aggiustare un salto o una caduta.
In nostro aiuto verranno diversi mezzi come palloncini, mongolfiere, dirigibili, piattaforme gonfiabili e addirittura un UFO! Tramite l’ausilio di piattaforme e dei precedentemente citati mezzi ci dovremo fare largo per dei labirintici livelli, di dimensioni piuttosto grandi, cercando di schivare i colpi dei nemici, abbattendo nemici e boss di livello e liberando i nostri amichetti rinchiusi in apposite gabbie fino allo scontro finale con Walrus.
Oltre ai mezzi potremo avvalerci di diverse armi e bonus. Inizialmente avremo soltanto arco e frecce ma avanzando nei livelli si troveranno altre tipologie di equipaggiamento, il quale potrà essere raccolto anche dopo una sequenza precisa di loot da parte dei nemici e più precisamente dopo che saranno apparsi in questo ordine: mirtillo, arancia, papaya, uva, carota, anguria.
Tra le armi e power up vari appariranno bombe, un bastone che lancia palle di fuoco, una pistola laser, un blocca tempo, il turbo, una molla e altro ancora, ognuno con effetti ben distinti. Ad esempio il blocca tempo, rappresentato da un orologio, blocca qualsiasi cosa a schermo per un breve lasso di tempo.
Il level design di The NewZealand Story è straordinario. I livelli sono complicati e intrigati, pregni di nemici e di amenità varie. Fallire è un attimo come un attimo sarà terminare tutte le vite a nostra disposizione se non avremo bene in testa come muoverci nei vari schemi.
Ispirazione e semplicità.
A questo modello di gameplay aggiungete una musica deliziosa che rimarrà per sempre nelle vostre orecchie e un artwork splendido che rende tutto innocuo a colpo d’ occhio ma impietoso nella pratica.
Personalmemte ho sempre adorato il primo boss del gioco, la balena ghiacciata: il ritrovarsi inghiottiti e dover colpire le sue pareti interne mentre si schivano delle gocce mortali che cadono dall’ alto è uno dei momenti videoludici che non mi scorderò mai più.
Vogliamo poi parlare del livello chiamato Paradiso ? Dal terzo stage in poi, una volta persa l’ ultima vita disponibile, a Tiki comparirà un’ aureola sulla testa e apparirà un messaggio che recita ” Welcome to Heaven “. A questo punto ci si troverà catapultati in un livello dove, se sopravviveremo, arriveremo al cospetto della Vergine Maria, e poi… rullo di tamburi … The End.
Cioè… dico … ma è una figata o no?
The NewZealand Story è qualcosa di magico. Un gioco che ha trovato nel design e nel modello di gameplay semplice ma efficace la sua arma migliore.
Un prodotto che ha carattere in ogni aspetto e che propone un buon livello di sfida. Un cupido che innamora grazie al suo stile befferdamente innocente.
Non c’è altro da dire. C’è solo da giocarlo.
Augh