Where Time Stood Still – Sopravvivere tra dinosauri e cannibali
Credo fermamente che questo titolo sia un capolavoro di game design e gameplay.
Non tutto è perduto
Uno dei giochi che ritengo più innovativi è Where Time Stood Still, un titolo pubblicato da Ocean ( sviluppato da Denton Designs ) nel 1988 su Spectrum 128k, Atari ST e Ms-Dos.
Credo fermamente che questo titolo sia un capolavoro di game design e gameplay, in special modo su Sinclair Spectrum 128k, sistema su cui l’ ho giocato.
Where Time Stood Still ci vede alla guida di un manipolo di sopravvissuti scampati ad un disastro aereo sull’ Himalaya. Ben presto i nostri eroi si renderanno conto che la zona è abitata da dinosauri di vario tipo e da tribù primitive dedite al cannibalismo.
Questo gioco affonda le sue radici su opere quali The Lost World di Arthur Conan Doyle, proponendo al videogiocatore un mondo crudele, violento e apparantemente senza via di scampo. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Uno dei primi esempi di avventura-survival digitale dove l’ economia e la gestione del party è un aspetto da non sottovalutare per ragioni gestionali, biologiche e psicologiche.
Innovazione vera
Ho trovato questo gioco superbo sotto molti aspetti. La grafica isometrica è di livello, dettagliata e ben definita.
Stessa cosa vale per i modelli dei personaggi e delle varie minacce che confezioneranno il mondo di gioco. I menù di gioco sono ben organizzati e semplici da utilizzare e tutte le info necessarie vengono distribuite in gioco in maniera ordinata e precisa.
Impersonificheremo ben quattro personaggi distinti, Jarrett, Clive, Dirk e Gloria, ognuno con le sue caratteristiche e il loro modo di agire. Il main character sarà Jarrett, guida e pilota dell’ areo precipitato.
Ogni personaggio potrà trasportare oggetti e muoversi nel mondo di gioco sfruttando le proprie peculiari abilità e tratti distintivi. La cosa che più mi ha colpito di questo gioco è proprio come questo aspetto di gameplay sia stato realizzato e caratterizzato a dovere.
Lo scopo del gioco è quello di riuscire a portare sani e salvi i sopravvissuti dall’ altro lato del plateau.
Non è dicerto indispensabile che tutti riescano a salvarsi ma è altamente consigliabile farlo in quanto ad ogni perdita si subiranno ripercusioni psicologiche non indifferenti.
Ci saranno alcuni che perderanno completamento il controllo dopo la morte di un membro del party e soltanto con il tempo riusciranno a metabolizzare l’ accaduto tornando ad essere utili oppure altri che se ne fregheranno di tutto e di tutti purchè riescano a riempirsi la pancia.
Bisognerà riposarsi perchè non c’è nulla di peggio di un compagno che cade in un sonno profondo proprio nel mezzo di un’ azione importante. Infatti ogni personaggio avrà 3 valori principali da tenere d’ occhio come forza, fame e carisma.
Questi valori determineranno l’ efficacia e la determinazione dei vari sopravvissuti all’ interno dell’ economia del gioco ma soprattutto del party.
Da quanto detto capite che per essere un gioco del 1988 di carne al fuoco ce n’ è ben molta. Aggiungete a tutto questo anche la randomicità dell’ ambiente di gioco e dei comportamenti e la ricetta per un capolavoro è servita.
Un mondo casuale
In Where Time Stood Still tutto sarà generato randomicamente. Ma non mi riferisco soltanto al posizionamento di minacce e item vari ma anche al comportamento dei nemici e a come reagiscono anche alcuni complementi d’ ambiente.
Magari in una run incontreremo pochissimi ostacoli, in un’ altra saremo fin da subito aggrediti da un T-Rex oppure nella successiva quel passaggio che è sempre sembrato sicuro si rivelerà essere la nostra tomba.
E non voglio dimenticare nemmeno di citare i cicli giorno-notte che sanciranno sia i confini dei nostri bisogni sia scandiranno il passare dei giorni.
Di certo a qualcuno questo modo casuale di proporre situazioni e anche conseguenze fuori dal proprio controllo potrebbe far storcere il naso ma nel caso specifico di questa meraviglia sarà uno deli maggiori fattori di divertimento.
Non mi sento nemmeno di esagerare definendo questo gioco come uno dei maggiori precursori dei cosidetti survival-horror.
Where Time Stood Still è un gioco difficile, ma d’ altronde è questo che un gioco di sopravvivenza deve essere, proponendo al giocatore un buon livello di sfida corredato da quella sensazione di ” non ce la farò mai ” che è assolutamente necessaria.
Masterpiece assoluto.