Unearth – La nostra recensione ( anteprima ed. italiana )
Vi assicuro che al tavolo, sempre nella sua semplicità, rende benissimo ed è difficile smettere di giocare tanto il gioco risulta fluido e piacevole
Reclama, ricostruisci, ricorda.
Partiamo subito con il dire che Unearth è un piccolo gioiello. In estrema sintesi si tratta di un gioco di posizionamento dadi e collezione di specifici set, da 2 a 4 giocatori ( età 8+ ).
Il gioco di Brotherwise Games ha un appeal particolare; riesce fin da subito a coinvolgere i giocatori in pochissimo tempo grazie al suo regolamento semplice e di facile apprendimento ( abbiamo giocato in anteprima l’ edizione italiana n.d.r. ).
Vestiremo i panni di alcuni costruttori intenti a riportare in vita vecchie rovine e meraviglie di una civiltà ormai andata. Sul tavolo andremo a posizionare le carte rovina, le meraviglie minore e maggiori, le meraviglie epiche e il mazzo dei costruttori. Il numero di ogni componente, eccezion fatta per meraviglie minori e maggiori e del mazzo costruttori, varierà in base al numero di giocatori.
Ogni costruttore avrà cinque dadi a disposizione, perno del gioco : tre D6, un D4 e un D8.
Pronti a scavare ?
Il turno di ogni player consisterà in due fasi : nella prima fase si potranno giocare le carte costruttori, quante ogni giocatore vuole, e se ne risolveranno gli effetti. Nella seconda fase, detta “di scavo”, si lanceranno i dadi, uno per player, andando prima dichiarare su quale rovina si intende posizionarli.
Ogni carta rovina avrà un valore specifico e questo valore determinerà quando potrà essere reclamata. Pertanto quando la somma dei dadi su una rovina sarà uguale o maggiore al valore della stessa, il dado con il punteggio più alto si accaparrerà la carta mentre i restanti player che avranno comunque un dado sulla carta potranno acquisire carte costruttore pari al nuemro dei dadi in essere. Sembra scontato ma è giusto esplicitarlo : sulle rovine possono coesistere dadi di ogni giocatore.
Ma non finisce qui. Le carte rovina presentano anche un altro valore, o meglio il numero di risorse pietra estraibili, le quali possono essere collezionate, una per volta, se il risultato del lancio del dado avrà un valore da 1 a 3.
Ma a cosa servono queste risorse pietra ?
Collezioniamo pietre e rovine
Grazie alle pietre collezionate, rappresentate da tiles esagonali, si potranno costruire dei cerchi da sei unità ( immaginiamo siano visti come le fondamenta dell’ edificio n.d.r. ) al cui interno si potranno collocare le meraviglie.
Per poter però collocare specifiche meraviglie sarà necessario soddisfare alcuni requisiti di costruzione. Quindi un cerchio con pietre aventi lo stesso colore potrà ospitare una meraviglia maggiore, un cerchio con pietre di colori misti vedrà invece sorgere una meraviglia minore, mentre per le meraviglie epiche spesso i requisiti saranno più articolati come ad esempio avere tre pietre dello stesso colore e le rimanenti a piacere. Le meraviglie epiche potranno anche donare bonus simili alle carte costruttore oltre che specifiche condizioni da applicare a fine partita.
Grazie all’ acquisizione di carte rovina e alla costruzione di meraviglie si acquisiranno punti, calcolati in base a specifici criteri come quantità, affinità, varietà e punti secchi, i quali determineranno a fine partita chi sarà il costruttore migliore. La partità terminerà quando tutte le carte rovina saranno reclamate.
In sintesi questo è il modello di gameplay proposto.
Il tutto è condito da un artwork meraviglioso, minimale e geometrico ma di sicuro impatto grazie al suo aspetto sognante e alle tinte pastello che pervaderanno il tavolo. I materiali sono di buona fattura e un altro punto di attenzione va posto alla confezione che ha tutti gli spazi già definiti per riporre il materiale.
Voglio un otto … dai … un otto!
Alea ? A tonnellate. Beh … stiamo parlando di un gioco di posizionamento di dadi. Però c’è da dire che la fortuna, o sfortuna, al lancio può essere mitigata grazie alle carte costruttori che, giocate prima di ogni lancio, doneranno alcuni effetti capaci di permettere di eseguire la mossa giusta al monento giusto, facendo si che il risultatao ottenuto possa essere quello che ci aspettiamo.
Ci sono carte che aggiungono +2 al risultato ottenuto, altre che aggiungo o sottraggono 1, altre che permettono un tiro ripetuto oppure il lancio di un dado aggiuntivo, altre che faranno lanciare nuovamente anche i dadi già posizionati di altri giocatori cercando così di riuscire ad ottenere la supremazia su determinate carte rovina e via dicendo.
Inoltre ogni giocatore dovrà avere bene in mente che strada seguire per ottenere la vittoria. Dal set di dadi che ho descritto precedentemente vien da se che ci saranno dadi favorevoli all’ acquisizione di risorse e altri invece più adatti a tentare di reclamare rovine. Dosare bene ogni aspetto della propria strategia è un aspetto fondamentale che aggiunge quel pizzico di pepe al tavolo.
Unearth è la meraviglia
Unearth si gioca benissimo in due giocatori ma il suo meglio lo tira fuori sicuramente con un party più corposo. Comunque una signola partita non durerà più di 50/60 minuti max ( compreso setup da 5 minuti circa ), tempo che volerà letteralmente grazie anche a tempi morti praticamente nulli.
Anche a quelli come me che hanno una sfiga totale nel lancio dei dadi il fattore strategia applicato alla possibilità di aggiungere bonus o malus a diverse situazioni regala momenti di grande soddisfazione. Inoltre fino alla fine non si avrà mai chiaro chi porterà a casa la vittoria e la sorpresa sarà sempre dietro l’ angolo.
Vi assicuro che al tavolo, sempre nella sua semplicità, rende benissimo ed è difficile smettere di giocare tanto il gioco risulta fluido e piacevole.
Unearth non richiede chissà quali skill particolari ed è adattissimo a diverse tipologie di player, eccezion fatta per chi odia che sia il caso a guidare le proprie azioni.
E mentre scrivo questa recensione mi sta venendo una voglia matta di reclamare rovine …