Dragon’s Lair versione Commodore 64. Il piacere del non piacere
Dirk è un ammasso di pixel poco definiti, goffo e con il carisma di una patata lessa.
Dal laser disk alla cassetta
Credo che tutti conoscano l’ immortale Dragon’s Lair e se per caso siete tra quei pochi che non ne hanno mai sentito parlare allora cercate di recuperare immediatamente.
Stiamo parlando del re dei laser game. Un gioco “non gioco” che trasportava il player all’ interno di un cartone animato dove bisognava compiere l’azione giusta al momento giusto premendo i relativi pulsanti o direzionando correttamente lo stick. In poche parole, parlando in termini moderni, un continuo quick time event. Una tipologia di giochi basata sul tempismo e la memoria dove fantastiche ambientazioni e avventure rapivano completamente il player.
Tra i molti laser game usciti negli anni 80 Dragon’s Lair è sicuramente il più famoso. La fila al cabinato era un classico come classico era spendere monetine su monetine in quanto il fail era sempre dietro all’ angolo.
Visto il successo di tale tipologia di giochi presto arrivarono le conversioni per sistemi “casalinghi”, alcune più riuscite e fedeli, altre sicuramente molto meno riuscite e con ingrdienti di gameplay che stravolgevano l’ esperienza di gioco. Ma come ben sapete le mucche grasse vengono spolpate fino all’ osso.
Negli anni ho provato diverse conversioni e finora la mia preferita rimane quella per Amiga, ma non vi parlerò di questa bensì della trasposizione su Commodore 64.
Quando ebbi tra le mani questo titolo per C64 non stavo nella pelle. Sapevo che era molto differente da quanto visto e giocato al cabinato ma l’ eccitazione di poter giocare in casa il capolavoro della Cinematronics era prepotente in me.
Ai nastri di partenza …
Dopo una doverosa pulitina con cotton fioc e alcool etilico denaturato alle testine del datassette era arrivato il momento di far girare la preziosa cassetta.
Cosa mi aspettava precisamente non lo sapevo ma mi ero convinto che i tratti distintivi dei disegni di Don Bluth sarebbero stati in qualche modo rispettati.
Dopo un “scolorita” schermata introduttiva arrivai a sbattere il mio innocente faccino contro la realtà. Stavo giocando una versione completamente rivista di Dragon’s Lair dove l’ azione frenetica del titolo originale lasciava spazio ad un gameplay in stile arcade molto molto abbozzato.
Le varie stanze del castello erano state in qualche modo ricostruite mantenendo la struttura del cabinato ma tutto era stato riarrangiato, dalle visuali ai modelli. Dirk è un ammasso di pixel poco definiti, goffo e con il carisma di una patata lessa.
Tutti i nemici e le situazioni varie erano state semplificate ai minimi livelli creando un susseguirsi di stage poco ispirati e dalla paletta cromatica limitatissima. Non parliamo poi delle musiche che ancora oggi mi sferragliano nelle orecchie tanto erano odiose ed invadenti.
Ah dimenticavo la principessa Daphne, scopo della nostra avventura. La nostra amata regal biondina sembra vestita con un costume intero da piscina e di certo ha tanto fascino quanto una margherita appassita.
Non potrò mai dimenticare lo stage della stanza ” scacchiera ” dove il nostro paladino balzella in modo scimmiesco da una casella all’ altra intento a riempire di mazzate le armature animate…. inguardabile.
Dragon’s Fail
È certo che un gioco del genere non poteva in alcun modo essere riproposto sul glorioso 64 Kb se non rivedendolo completamente e riducendolo all’ osso ma in questo specifico caso si è forse andati un pò troppo oltre, cercando di cavalcare la notorietà di un brand che faceva letteralmente sognare.
Però, e sottolineo però, nonostante il titolo fosse pessimo continuavo a giocarlo e rigiocarlo, forse perchè ero inebriato da castelli, donzelle da salvare e prodi avventurieri avvolti da una nube d’ ironia intenti nello sconfiggere il drago cattivo di turno.
Oggi come oggi credo sia una delle peggiori conversioni mai realizzate e se al tempo gli dedicai diverse ore non riuscirei a rigiocarlo nemmeno per curiosità, ma qualcosa oltre la pessima realizzazione tecnica mi è rimasto dento, qualcosa di positivo intendo.
In fin dei conti l’ aria dell’ originale si respira e i pericoli a cui si va incontro sono i medesimi. Proprio questa condizione di vaga somiglianza ha fatto si che Dragon’s Lair per C64 trovasse un piccolissimo posticino nel mio cuore, pervaso dall’ attrazione fatale che avevo per l’ originale.
Diciamo che nel mio personale caso qualcosa di estremamente brutto è finito per piacere, così come spesso l’ estremo silenzio diventa insopportabile rumore.
Vale la pena quindi provare a recuperare questa specifica versione ?
No. Non credo sia qualcosa che valga la pena di essere recuperata a meno che non siate dei fetiscisti dei videogames oppure degli ormai irrecuperabili amanti e/o collezionisti del brand Dragon’s Lair.
Dragon’s Lair è una pietra miliare nella storia del C64. La foto del nastto che pubblichi mi lascia pensare che tu non abbia atteso trepidante come me la conversione per il C64. L’originale venne pubblicato nel 1986 dalla Software Projects. Encore lo pubblicò anni dopo in versione budget. Mi rendo comunque conto che il retrogame non è la stessa cosa per chi non lo ha vissuto quando non era “retro”. Saluti.
Il nastro non è di mia proprietà. È una foto tratta dal web per coronare il contesto a cui si riferisce. Ho giocato DL per C64 a 11 anni, quando uscì, e l’emozione durante l’attesa del caricamento era tantissima. Ma emozioni e sentimenti a parte il gioco è una conversione approssimativa, rivista e con un gameplay reinventato che in definitiva può essere riassunto come un altro gioco, non il DL che spopolava in sala giochi, tipo le versioni per NES e SNES. Oggettivamente non è un grande gioco ma lo sforzo di adattarlo alle capacità del biscottone sono comunque di pregio.