Escape the Dark Castle – In fuga dall’ orrore
Leggendo il testo ad alta voce agli altri giocatori, magari recitando anche un pò, si avrà la sensazione di trovarsi nei meandri sporchi, bui e pieni di insidie di un castello maledetto.
Morte nel Castello Nero!
…nelle puntate precedenti…
Escape The Dark Castle è il risultato di una felice campagna kickstarter terminata a luglio del 2017, dove a fronte delle 11.000 £ richieste ne ha guadagnate quasi 88.000, riscuotendo di fatto un ottimo successo, considerando che stiamo parlando alla fine di un filler prodotto da una neonata casa produttrice, la Themeborne, i cui fondatori, designer e artist sono Thomas Pike,Alex Crispin e James Shelton.
Escape the Dark Castle, EtDC d’ora in poi, è uscito da poco negli store, ma già Thomas e soci hanno lanciato proprio adesso, da pochissimi giorni, una nuova campagna kickstarter dove è possibile acquistare ben tre nuove espansioni e altre cosucce varie, tra cui anche il gioco base nonché la prima espansione già presente nella prima campagna di crowdfunding.
Escape from Singe’s Castle!
In EtDC, impersonerete dei prigionieri, che, riusciti ad evadere dalla propria prigione, dovranno riuscire a scappare dal Castello Nero, stanza dopo stanza, incontro dopo incontro fino ad arrivare al boss finale.
Sarò subito chiaro, a me, il gioco, è piaciuto fin da subito, ancor prima di provarlo! A colpirmi è stato senza dubbio lo stile grafico, che rimanda chiaramente, alle illustrazioni presenti nei librogame del passato o alle prime edizioni di scatole variopinte di D&D, oltre ad un gameplay semplice ma efficace.
Il chiaroscuro dei disegni, semplici, a volte anche volutamente grossolani, lo stile artistico così come quello narrativo, odorano come le pagine ingiallite di vecchi libri polverosi, rimasti per troppo tempo chiusi negli armadi della tua vecchia cameretta di quando, da ragazzo ancora abitavi con i tuoi.
EtDC è un continuo rimando ai giorni gloriosi dei GDR vecchia scuola, di arti Ramas, spade incantate e giovani maghi. Anche l’immagine stampigliata in bella vista su una scatola completamente nera, a parte le poche scritte presenti, ricorda moltissimo le rappresentazioni dei castelli nell’immaginario degli anni 80; mi viene in mente il maniero di Dragon’s Lair, oppure il castello del conte Strahd di Ravenloft, giusto per citarne alcuni.
Come funziona
All’interno della scatola nera, troveremo, riposti minuziosamente ognuno nel proprio scomparto, 6 carte personaggio, 53 carte incontro, 5 carte boss finali, una carta di partenza, 35 carte oggetto, 7 dadi bianchi per i pg, 9 dadi neri per gli incontri, un blocco notes per segnare gli hp, 4 matite nere e un bel manuale per le regole.
Il gioco, di per sé è considerato un filler, con una durata variabile di tra i 20 e i 45 minuti da 1 a 4 giocatori da 14+. Devo dire che dopo diverse partite, anche con un numero di giocatori diversi, la durata quella rimane: in una serata si possono fare tranquillamente 3 o 4 partite, a seconda se si arriva al boss finale o se si capitola precocemente.
La preparazione è velocissima: si pescano, a caso, 15 carte incontro, le quali vanno messe a faccia in giù; il boss di fine livello, sempre pescato a caso e tenuto coperto a faccia in giù, sarà piazzato in fondo al mazzo come ultimo incontro. Si parte sempre con la carta castello di partenza.
Ogni giocatore pesca a caso o sceglie un personaggio e ne prende anche il relativo dado bianco con il proprio nome inciso. Ora si può iniziare.
Ogni personaggio ha tre caratteristiche, might (il pugno), wisdom (l’asterisco) e cunning (l’occhio), rispettivamente forza,saggezza e astuzia. Ogni caratteristica ha dei valori che oscillano tra 1 e 4, i quali rappresentano quanti pugni, occhi o asterischi sono presenti sul proprio dado, quindi, in pratica, la probabilità che esca tale segno.
Tramite i dadi quindi, si risolvono tutte le varie prove e combattimenti che dovranno affrontare i giocatori.
Ad esempio, se una carta incontro richiede di affrontare un nemico, la stessa ci dirà quanti dadi neri e quali segni, uniti ad un numero di dadi lanciati in base al numero dei giocatori, dovremo eguagliare con i nostri tiri di dado per poter superare la prova.
Si tira il proprio dado bianco e per ogni segno eguagliato a quelli presenti nella riserva di dadi neri del nemico, questi saranno scartati. Se alla fine del primo giro saranno ancora presenti dadi neri, ogni giocatore dovrà perdere punti hp come riportato sulla carta, altrimenti l’incontro si considera risolto, si pesca una carta oggetto, a meno che specificato diversamente e si potrà così proseguire girando la prossima carta fino ad arrivare al boss finale.
Il gioco è cooperativo, per cui o si vince o si perde tutti insieme. Se un giocatore arriva a zero con i propri hp tutti perdono la partita. La salute può essere recuperata ad esempio durante gli scontri scegliendo di non combattere ma bensì di riposarsi, cosa che ci permetterà di recuperare 1 hp per ogni turno. Quando riposeremo saremo immuni dai danni inflitti dai nemici ma d’altro canto non potremo attaccare, lasciando così da soli i nostri compagni in balia degli eventi.
Un altro modo è quello di utilizzare i vari oggetti che saranno pescati dopo gli incontri, mangiando mele, bevendo pozioni ecc. ecc.
Le carte oggetto saranno un fondamentale aiuto per poter proseguire ed uscire quasi indenni dal castello nero. Ne potrete portare solamente due, una per mano, oppure una soltanto nel caso di un’arma a due mani.
Gli oggetti sono vari e comprendono tutti i classici strumenti dell’immaginario fantasy.
Conclusioni
La meccanica è semplice, direi banale, ma è talmente applicata e congegnata bene alle varie situazioni che vi si presenteranno, che risulta geniale. Le carte incontro sono molto varie tra loro e si passerà dallo sconfiggere un nemico a dover superare prove di abilità, a perlustrare una stanza e anche a situazioni a volte grottesche e sanguinolente; ci saranno anche scelte multiple in pieno stile librogame. In ogni caso abbiamo riscontrato finora sempre una certa coerenza tra le varie situazioni, con un grado di sfida decisamente alto.
Il gioco scala bene semplicemente diminuendo gli hp, 18 in uno o due giocatori, 14 in tre, 12 in quattro.
Perfetto anche da giocare in solitario, si scelgono due personaggi e per il resto gira tutto uguale. Starà al giocatore decidere quale pg girerà la prossima carta, al quale andranno applicati i relativi effetti, se ce ne saranno.
Escape the Dark Castle è rivolto sia a un pubblico neofita che viene introdotto e calato nelle dinamiche di un GDR, sia ai veterani del genere, sia a chi ha poco tempo ma cerca un’esperienza da simil gioco di ruolo.
Ma allora è un gioco per tutti? Direi proprio di sì…ma attenzione! L’ostacolo della lingua, per ora solo in inglese, non è cosa da poco: al tavolo ci deve essere qualcuno che non solo lo mastica ma lo digerisce anche bene, perché in questo caso il testo è fondamentale, direi è parte integrante del gioco.
Non è una semplice descrizione, non sono i soliti testi stereotipati comuni a tutti i giochi odierni, ma i termini, anche inusuali se vogliamo, utilizzati dai game designer, consentono una totale immedesimazione all’interno del gioco. Leggendo il testo ad alta voce agli altri giocatori, magari recitando anche un pò, si avrà la sensazione di trovarsi nei meandri sporchi, bui e pieni di insidie di un castello maledetto.
Questo è uno di quei boardgame, in cui l’uso di un sottofondo sonoro adeguato, per potervi calare ancora di più nell’ambientazione, è altamente consigliato: tant’è che negli add-on della pagina kickstarter, c’e’ la possibilità di acquistare una colonna sonora su “cassetta”, si, proprio una cassetta, uscita direttamente da Ritorno al Futuro da usare in game, naturalmente verrà fornito anche il relativo file .mp3.
Vi ricordo ancora il link alla pagina kickstarter per chi fosse interessato a supportare il team di Themeborne.
“Diffidate dalla natura semplice e casual di Escape The Dark Castle! Spesso vi batterà impietosamente e ripetutamente, ma sarà proprio questo a farvelo giocare più e più e più volte!”
Buona fuga a tutti!