Parliamo di Transistor. Un piccolo gioiello indie
La speranza di continuare ad esistere in qualche area di memoria condivisa con amore e pace.
Piccolo grande gioco
Transistor è uno di quei giochi capaci di far vivere al videogiocatore un’ esperienza ricca di emozioni e di sensazioni.
Transistor è stato rilasciato nel 2014 da Supergiant Games per Playstation 4, Pc Windows, Mac Os, Pc Linux e successivamente anche per iOS ( iPhone e iPad ).
Parliamo di un gioco che ha già diversi mesi alle spalle ma nonostante ciò voglio parlarne oggi perchè ci sono “opere” che meritano di essere ricordate e valorizzate nel tempo.
Non sarò prolisso e non mi dilungherò molto ma di sicuro è mia intenzione cercare di trasmettervi quanto questo titolo è riuscito a tramettere a me.
Cosa rende Transistor tanto speciale ?
Rossa come l’ amore
Parliamo di un action rpg con visuale isometrica. Grafica deliziosa e coloratissima con molti spunti interessanti di design. Ambientazione straordinaria che immerge il giocatore all’ interno di una distopica città del futuro, la città di Cloudbank in un intreccio di stile che mescola alla perfezione Cyberpunk e Art Nouveau.
La protagonista, Red, è una cantante. Tutta la città l’ adora e la sua voce celestiale riesce a far vibrare l’ anima delle persone. Ed è quello che si proverà ogni volta che fermeremo la nostra corsa per goderci un intimo momento di muti vocalizzi, muti perchè nell’ incipit del gioco Red perderà la voce, racchiusa poi all’ interno di quello che sarà il particolare virgilio di questo viaggio fuori della righe.
Tutta la narrazione infatti è affidata alla spada di Red, o meglio al microchip che Red usa come una spada, chiamato appunto ” Transistor “.
Questo microchip è in grado di assorbire l’ essenza delle persone per poi riutilizzarla in forma di poteri e abilità. Ed è proprio Transistor a contenere la voce di Red. Non voglio però stare qui a raccontarvi cosa accade e perchè accade. Pertanto vi invito a provare il gioco e a godervi lo svolgimento dei fatti.
La banca delle nuvole
Ci muoveremo per i vari quartieri di Cloudbank come se questa città fosse in qualche modo un universo grande quanto un granello di sabbia, immensa per quanto piccola e misteriosa. Il gioco poi adotta un cyber-linguaggio. Avremo continuamente a che fare con richiami, sigle e acronimi prettamente ” informatici “.
Ci sono chiari riferimenti e nomenclature ereditate da funzioni di linguaggi di programmazione come a voler far continuamente presente che la nostra umanità è in equilibrio precario tra il reale e il virtuale.
Un viaggio fatto di dolore e sofferenza dove la protagonista fuggirà da chi la sta inseguendo ma allo stempo tempo cercherà risposte e vendetta. Red si sforzerà nel riportare l’ ordine a costo di effettuare un reboot del sistema e se necessatio un re-install completo con la speranza di continuare ad esistere in qualche area di memoria condivisa tra amore e pace.
Meraviglia in note
Mentre ci destreggiamo tra un combattimento e l’ altro, combattimenti che permettono l’azione in tempo reale oppure una pianificazione tattica, saremo accompagnati da una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni.
Chill-out, ambient, avanguardia e drum and bass si susseguono per creare un tappeto sonoro meraviglioso capace di amplificare al massimo ogni singola emozione che il gioco proverà a trasmetterci ( vi consiglio vivamente di rimediare l’ o.s.t. di questo gioco n.d.r. ).
Transistor in definitiva è introspezione. Non tutto è spiegato nei minimi dettagli. Rimane sempre quel qualcosa di “poco chiaro” che ci farà ragionare e trarre la nostra personale conclusione.
Dopo il bellissimo finale saranno diversi i punti interrogativi rimasti in sospeso ma avremo comunque una solida certezza su questo gioco :
Non lo dimenticheremo mai.