Q*Bert Rebooted – Il reboot che non serviva
Non osa, mantenendo una parte dell’ appeal originale e proponendo una formula da mobile game.
Cuore in mano, pad alla mano
Avete letto bene. Tranquilli, non sono impazzito. Sto per parlarvi di Q*Bert: Rebooted, titolo sviluppato da Gonzo Games e uscito nel 2014 e che prova a dare nuova luce ad uno dei personaggi più iconoci della storia dei videogames.
Dai.. chi non conosce l’adorabile Q*Bert ?
Devo essere sincero: fino a che non sono stati annunciati i giochi gratuiti di Aprile per gli abbonati del Playstation Plus non sapevo nemmeno che era stato svilupptao un reboot del glorioso Q*Bert.
Pertanto come scritto sulla pagina facebook di Meniac! mi ero ripromesso di provarlo e di scriverci due righe. Sono stato quindi lontano da qualsiasi sorta di recensione o punteggio a riguardo in modo da affacciarmi al gioco totalmente ignaro di cosa mi si sarebbe parato dinanzi.
Via libera ai saltelli
Il download del gioco, disponibile per console, pc e smartphone, è minuscolo. Parliamo di poco più di 140 MB. In fondo la formula di Q*Bert è piuttosto semplice. Si saltella qua e la colorando superfici al nostro passaggio senza incappare nei nemici di turno e senza cadere nel vuoto.
Avvio il gioco e mi trovo davanti alla scelta più ovvia: giocare la versione classica o la versione rebooted.
Premetto che io ho Q*Bert nel cuore. L’ ho sempre adorato. Il suo concept semplice mi ha sempre stregato e nonostante io ci abbia fatto centinania di partite sono sempre rimasto una pippa immane… diciamo che non potrò mai vantarmi di un highscore.
Curioso come non mai lancio subito la modalità rebooted.
Un gioco da smartphone
Naturalmente tutto è più definito e ” liftato “. La formula di gioco non è stata stravolta se non per la possibilità di raccogliere gemme, le quali si potranno spendere per sbloccare altri personaggi giocabili, varianti simpatiche del protagonista originale.
In Q*Bert Rebooted ci saranno da attraversare una serie di livelli comprensivi di gruppi di sotto-livelli. Andando avanti cambierà la disposizione dei vari cubi che compongono il terreno di gioco e inizieranno a variare anche i nostri nemici. Come per l’ originale la difficoltà aumenterà durante la progressione andando ad inserire, oltre ai precedentemente citati nemici, multipli passaggi sulla singola casella prima di donarle il colore definitivo.
Pertanto il gioco risulta scorrevole e in qualche modo fedele al gameplay originale. Anche il famoso fumetto “@!#?@!” in caso di fail è stato mantenuto, come sono stati mantenuti gli effetti sonori e i synth vocali dell’ originale.
Q*Bert Rebooted o non Q*Bert Rebooted …
Il problema principale di questo reboot è proprio questo. Non osa, mantenendo una parte dell’ appeal originale e proponendo una formula da mobile game.
Le musiche sono odiose. Sembrano i classici motivi che vengono utlizzati da streamer e youtuber come background. Canzoncine finto-dance che invece di rendere frizzante l’azione non fanno altro che irritare.
Sul fronte prettamente estetico, viste le possibilità odierne, sarebbe stato carino evidenziare che Q*Bert è ricoperto da pelo e invece ci troviamo di fronte a tre poligoni lucidati alla perfezione ma senza spessore estetico. Giuro che ha molto più fascino il design del protagonista del 1982.
Con questo non voglio distruggere questo gioco ma nemmeno si può parlare di qualcosa d’ imperdibile … anzi …
Personalmente ci “giochicchio” in modo molto rilassato e quando ci spendo qualche minuto non mi pento della scelta fatta ( musiche assolutamente disabilitate ).
Della versione classica non c’è poi molto da dire. E’ il buon vecchio Q*Bert. Un arcade che riesce ancora oggi a lanciare una vera sfida e magneticamente ancorare il giocatore, in questo caso, al joypad o alla tastiera.
Tirando le somme sono rimasto un pò deluso da questa reincarnazione, non tanto per quello che offre ma perchè non c’è stato alcun tentativo di provare a ” rinfrescare ” l’ originale.
Ad esempio avrei preferito una formula sullo stile di Pac-Land ( ve lo ricordate ? No ? Date uno sguardo qui allora ).
Così, anche in caso di flop, ci sarebbe stato lo sforzo di proporre un vero reboot e non un gioco per smartphone su larga scala.
Un’ occasione sprecata… “@!#?@!”